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Chiude il traforo del Gran Sasso,
la Salaria torna al centro del “mondo”

VIABILITA' - Il tunnel che buca la montagna più alta degli Appennini chiuderà a tempo indeterminato dalla mezzanotte del 19 maggio come annunciato dalla società che gestisce il tratto autostradale a seguito delle inchieste sul presunto inquinamento delle falde acquifere
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L’ingresso del traforo (Foto da stradadeiparchi.it)

di Renato Pierantozzi

«Sulla Salaria non ci passa più nessuno, ci sono sette semafori per i lavori post sisma ed anche gli ascolani per andare a Roma utilizzano il traforo del Gran Sasso». Era stato questo il grido di dolore lanciato dal sindaco di Arquata, Aleandro Petrucci, in occasione dell’incontro in Provincia in occasione della presentazione del Patto per la ricostruzione (leggi l’articolo) lo scorso 11 aprile. Ora invece la situazione potrebbe ribaltarsi completamente visto che dalla mezzanotte di domenica 19 maggio (tra una settimana) infatti il traforo che buca la montagna più alta degli Appennini chiuderà a tempo indeterminato come annunciato dalla società che gestisce il tratto autostradale. La Strada dei Parchi vuole evitare ulteriori contestazioni a seguito anche delle inchieste sul presunto inquinamento delle falde acquifere. E così per andare a Roma non restano tante alternative: passare da Pescara, tramite l’A25, con tempi di percorrenza più lunghi di almeno un’ora almeno per i bus o tornare alla cara e vecchia “Salaria”. In Abruzzo sta scoppiando una mezza rivolta poichè la chiusura del tunnel lungo 10 km e i lavori previsti anche sull’A25 rischiano di isolare tutta la regione che ha proprio nel collegamento verso la Capitale il suo sbocco vitale verso ovest. Lo stesso sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, ha definito la decisione “irresponsabile”. Ora restano sette giorni per scongiurare la chiusura. Il conto alla rovescia è appena iniziato.

 

 

Lo sfogo del sindaco Petrucci: «Nel bando per le frazioni da ricostruire non c’è Pescara»


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