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Guglielmo Epifani tira la volata a Frenquellucci:
«Al ballottaggio ce la possiamo fare»

ASCOLI - L’ex leader della Cgil e attuale parlamentare di Articolo 1 parla di lavoro insieme ai rappresentanti dei sindacati e al candidato sindaco del centrosinistra. Polemiche per la corsa solitaria di Nardini e stoccate al centrodestra che governa da vent’anni: «O sono incapaci o bugiardi»
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Guglielmo Epifani al microfono si rivolge a Pietro Frenquellucci. Alla sua destra Barbara Nicolai della Cgil

di Giorgio Tabani

«Ma il Celani candidato è lo stesso che era sindaco quando io facevo il segretario generale della Cgil?». Così Guglielmo Epifani, deputato di Articolo 1 dopo una vita nella Cgil e una parentesi da segretario del Pd, scalda subito la folta platea riunita per l’incontro “Il lavoro prima di tutto”. Ad introdurre i lavori, nella sala Cola dell’Amatrice, il segretario comunale di Articolo 1 Nello Tizzoni, mentre a seguire sono intervenuti i rappresentanti locali dei sindacati confederali, con il candidato sindacato del centrosinistra Pietro Frenquellucci a tirare le conclusioni.

L’intervento di Nello Tizzoni

Epifani ha criticato pesantemente la decisione di dividersi da parte dello schieramento del centrosinistra ascolano: «C’erano differenze programmatiche inconciliabili? No e anzi era stato proposto di scrivere insieme le proposte da fare alla città». La stoccata è rivolta alla candidatura di Emidio Nardini, da parte della lista civica “Ascolto e Partecipazione”. «Se arriviamo al ballottaggio questa volta Ascoli ha una possibilità concreta di tornare a sinistra, ci sono infatti le condizioni per far convergere tutti sul nostro nome, mentre le altre volte si è sempre votato contro di noi. Anche perché – ha continuato Epifani – il declino di Ascoli non è forse il risultato di scelte sbagliate? E da chi sono state prese? Ora gli ascolani meritano di cambiare».

Parlando poi di lavoro, l’ex segretario della Cgil ha stigmatizzato l’assenza dal dibattito pubblico del tema delle morti sul lavoro. «Chi ci governa non si occupa più dei veri problemi, si parla sempre di omicidi efferati, ma la sicurezza sul lavoro forse non buca troppo lo schermo». Non sono poi mancate forti critiche alle due misure simbolo del Governo Conte. «Il reddito di cittadinanza non può funzionare, e non sta funzionando, perché mette insieme due cose del tutto distinte: la lotta alla povertà e l’avviamento al lavoro». Per quanto riguarda, invece, quota 100 il deputato ha sottolineato l’impreparazione dei gialloverdi: «Il governo manda in pensione i dipendenti pubblici senza preoccuparsi affatto di programmare le assunzioni di chi li sostituirà. Inoltre, 62 anni e 28 di contributi per tutti, senza distinguere per settori e situazioni, non rende per nulla giustizia ai lavoratori». L’unica soluzione per tornare a crescere, secondo Epifani, è quella di far ripartire gli investimenti: «Dall’inizio della crisi abbiamo perso 20 miliardi di euro l’anno di investimenti pubblici, senza contare la grave discesa di quelli privati».

Frenquellucci, cogliendo la sollecitazione di Epifani, ha ricordato che si è registrato un aumento del 7% degli incidenti sul lavoro nella Provincia di Ascoli. Il ritorno alla centralità del lavoro è un punto fondamentale del programma presentato dal candidato del centrosinistra: «Mentre gli altri discutevano di nomi e si dividevano, noi progettavamo in modo partecipato il futuro di questa città. Sul lavoro, ancor più che in altri ambiti, serve il contributo di tutti: l’uomo solo al comando non risolve nulla». Sul finale, un commento velenoso sul centrodestra: «Se i miei avversari hanno le soluzioni per risollevare Ascoli, perché non le hanno attuate finora? O sono dei bugiardi o degli incapaci!».

Barbara Nicolai (Cgil), Maria Teresa Ferreti (Cisl) e Giuseppe Pacetti (Uil) si sono concentrati, nei loro interventi, sulla situazione del lavoro nel territorio ascolano. Per i sindacati la politica non è stata capace di elaborare una strategia nuova in un mondo in mutamento accelerato come quello della globalizzazione, dove una produzione perlopiù a basso valore aggiunto come quella del nostro territorio mal si adattava a competere con paesi dal bassissimo costo del lavoro. «Occorre creare lavoro di qualità – secondo la Nicolai – e si può fare soltanto con la collaborazione di tutti gli attori interessati e prendendo in considerazione un territorio ben più largo di quello semplicemente comunale». Le ha fatto eco la Ferretti, che ha ricordato l’esperienza iniziata nel 2015 con l’area di crisi: «Sotto l’egida della Camera di commercio territoriale ci siamo messi a riflettere tutti insieme, ma poi al dunque nessuno si è voluto assumere delle responsabilità e i lavori si sono fermati». Pacetti ha parlato di una cultura del lavoro da far recuperare ai giovani: «A San Benedetto il 20% delle richieste delle imprese, spesso della ristorazione al centro per l’impiego sono rimaste inevase: il lavoro è anche sacrificio, bisogna ricordarlo».


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