di Adriano Cespi
(fotoservizio Andrea Vagnoni)
Che siamo agli sgoccioli di questa lunga e tesa campagna elettorale lo si capisce dall’interesse che la città riversa quotidianamente nei confronti degli incontri politici. Probabilmente come mai era accaduto prima: forse solo nel 1995, alla prima elezione diretta del sindaco. Nei bar, nei negozi, perfino nel lento passeggio cittadino, per una volta, la politica sostituisce l’Ascoli calcio nei pensieri degli ascolani. E lo fa così tanto da trasformare, nel corso del confronto coi sette candidati sindaci, organizzato, ieri sera, da Cronache Picene e Radio Ascoli, in collaborazione con Acli, Azione cattolica italiana e Pastorale diocesana, il cineteatro Piceno, luogo di cultura e d’impegno, in un vero e proprio palazzetto dello sport. Strapieno di gente e con almeno un’ottantina di persone rimaste all’esterno e impossibilitate, purtroppo, a partecipare. Clima caldo, insomma, con tifoserie al seguito delle varie liste in lizza per il voto di domenica scatenate e pronte a fischiare e mugugnare nei confronti di questo o quell’altro candidato alla prima poltrona di palazzo Arengo. Fino a quando, per mantenere contegno ed educazione, i conduttori, i giornalisti Franco De Marco e Veruska Cestarelli, all’ennesimo richiamo sono stati costretti ad alzare i toni. Il resto lo fa la presenza di alcuni poliziotti in borghese. Cinema gremito, oltre 350 persone presenti, microfono in mano il presentatore Maurizio Piccioni prima di lasciare la scena ai due giornalisti ed ai sette candidati sindaci, annuncia al piano, Niccolò Morganti, un giovane talentuoso musicista ascolano, pronto a rasserenare gli animi sulle magiche note di Johann Sebastian Bach. Intermezzo musicale terminato si parte.
PAROLA AGLI ASPIRANTI PRIMI CITTADINI
Il primo a rispondere alle domande dei cronisti, sull’intervento più urgente da fare appena insediato in Comune, è Piero Celani (Fronte civico e moderato) che parla del Polo universitario da rilanciare, l’intervento sul quale concentrerà i suoi sforzi: «L’obiettivo prioritario è portare in città almeno 4000 studenti, in un’università ridotta, adesso, a poca cosa e con poche presenze. Ma per questo di dovrà agire dall’interno realizzando uno studentato e una mensa universitaria, come hanno tutti gli atenei, attraverso l’accesso ai fondi Ersu». Poi è la volta del giovane candidato sindaco Alberto Di Mattia (Fuori dal Tunnel) che punta il dito sul lavoro che non c’è. «Per noi è fondamentale che il principale impegno, e quindi investimento che dovrà fare il Comune, ricada sul far ripartire il lavoro ad Ascoli, in particolare quello giovanile. Attraverso anche aiuti mirati alle imprese locali penalizzate dalla carenza di un vero e proprio credito agevolato dopo la perdita dell’unico e vero istituto di credito cittadino: la Cassa di Risparmio».
Interviene, poi, Massimo Tamburri (M5S) che critica la gestione amministrativa del centrodestra in questi decenni: «Ad Ascoli abbiamo gli amici e i nemici dell’amministrazione dove gli amici ottengono cose che non potrebbero nemmeno avere. Questo con noi finirà perché è giusto che tutti abbiamo le stesse possibilità, come termineranno i favori alle grandi aziende con cui facciamo dei contratti sbagliati che ci costano un sacco di soldi, vedi i parcheggi Saba con la convenzione del 2002, e tutti quei servizi per i quali l’amministrazione e, quindi, noi cittadini, paghiamo un sacco di soldi: 10 milioi annui per i rifiuti, 1 milione per l’illuminazione, 1 mln per il verde pubblico, senza che ci siano controlli come ammesso anche dai nostri dirigenti comunali». Un intervento duro che scatena la reazione scomposta e per certi versi volgare della parte avversa. «Comunque il primo intervento pubblico che realizzeremo, importante per creare lavoro – continua Tamburri dopo l’interruzione – è un piano di marketing territoriale che metta a sistema il nostro patrimonio artistico e culturale e lo promuova in maniera professionale. Per questo lavoreremo coi migliori del settore cioè quelli che hanno rilanciato Matera che partiva dietro di noi e ora è la capitale europea della cultura, mentre Ascoli ha perso tutta una serie di treni dall’università, al conservatorio, al patrimonio Unesco, grazie alla classe politica che ci ha amministrato per questi 20 anni».
Sottolinea Giorgio Ferretti (Casapound): «Per quanto riguarda le opere pubbliche ritengo che Ascoli necessiti un polo fieristico, viatico economico per l’economia. Lo avevamo proposto per l’area Carbon destinando un terzo dell’area proprio a questo. Poi come priorità c’è la riacquisizione dei parcheggi dalla Saba che vede i protagonisti politici rimpallarsi le colpe, mentre il buco di bilancio cresce inesorabilmente. Nel 2012 il Consiglio votò per il loro riacquisto ma poi non se ne fece nulla e grazie ad accondiscendenze politiche la Saba è diventata padrona della città». E’ la volta, quindi, di Emidio Nardini (Ascolto e Partecipazione) che rilancia il suo progetto di democrazia partecipata all’insegna del bene comune: «Grazie a dei veri e propri patti di collaborazione ridaremo ai cittadini la capacità decisionale. Patti già in essere in tante città italiane. Bologna ad esempio ne ha aperti 500. Altra cosa poi su cui punteremo sarà il capitale umano dei nostri giovani che devono studiare e formarsi qui. Fare ricerca e lavorare qui. Attraverso quello che io chiamo il nuovo rinascimento che parte dal mettere insieme le competenze, la ricerca e l’imprenditoria capace di attrarre soldi. Cosa, ad esempio, che potremmo fare nell’area Carbon attraverso un polo di ricerca che si occupi di studiare strumenti e materiali antisismici, in questo modo avremo un laboratorio per la ricostruzione aperto per anni. Un esempio di questo nuovo rinascimento lo abbiamo a Bari con un progetto pubblico che vede il 40% destinato ad area verde ed il 60% a musei, università, io ad Ascoli vedrei bene il ritorno di Agraria legata alla filiera della bio agricoltura, poli di ricerca e anche abitazioni. Ebbene tutto questo lo vorrei questo per Ascoli».
E’ poi la volta di Marco Fioravanti (Fratelli d’Italia, Lega e liste civiche): «Il nostro primo punto prioritario sarà quello di ricostruire tutte le scuole ascolane per dare un luogo, finalmente, sicuro ed antisismico agli studenti ascolani. Con questo vogliamo avere una visione di città che è quella della Smart city iniziata col progetto di rigenerazione urbana e quello del polo tecnologico e scientifico partito in zona industriale dove c’è una scuola d’impresa che accompagna anche finanziariamente nuove idee che si immettono nel mercato. C’è poi l’idea dell’Ascoli green fatta con la riqualificazione dei parchi urbani. E, infine, il lavoro sul quale lavoreremo attraverso relazioni internazionali per riportare qui gruppi importanti. Un esempio è stato aver portato il gruppo Bosch che ha consentito a 300 ragazzi delle scuole superiori di fare un’esperienza importante dentro un’azienda a Milano. Ma ci sono già altri gruppi che vogliono fare progetti tecnologici e digitale sul rispetto ambientale e qualità della vita. Ecco, il mio lavoro sarà quello di fare il commerciale in giro per l’Italia. Portare qui cento amministratori significa almeno creare presidi industriali che creano lavoro per gli ascolani».
BAGARRE IN SALA TRA FISCHI E INSULTI
Terminato il suo discorso si apre una vera e propria gazzarra tra il pubblico con le fazioni dei vari candidati sindaci a fronteggiarsi verbalmente. Al punto da indurre i conduttori a minacciare l’arrivo delle forze dell’ordine. E termina il primo giro d’interventi Pietro Frenquellucci (Centrosinistra): «Per un’opera pubblica penso subito alla scuola media di Monticelli, danneggiata dal sisma, perché un quartiere così importante, così popoloso, non può rimanere privo di una scuola che è un luogo di socializzazione e di costruzione di una comunità. Considero poi fondamentale la realizzazione di un piano di edilizia agevolata per giovani coppie da poter consentire alle nuove generazioni di tornare ad abitare ad Ascoli. Infine, la digitalizzazione spinta del territorio, infrastruttura determinante per il salto in avanti e l’affermazione di nuove occupazioni». Chiuso il primo giro d’interventi, concluso anche l’intermezzo musicale di Niccolò Morganti, De Marco e Cestarelli passano alla lettura delle tantissime domande fatte dai cittadini presenti in sala e raccolte dalla collaboratrice Cinzia Poli.
Prende subito la parola Di Mattia: «Perché la presenza della nostra lista? A sentire tutti i candidati parlare di giovani mi viene da chiedere: ma ve ne siete accorti solo ora che esistiamo? Ma vi rendete conto che molti ragazzi se ne sono dovuti andare da Ascoli? Ecco da questo è partita la decisione di presentarci. Noi non siamo dei semplici portavoti per essere poi dimenticati dopo le elezioni. Vogliamo essere considerati e vogliamo farlo da soli perché le coalizioni che si fronteggiano non hanno fatto nulla per noi, non ci hanno mai ascoltato». Si passa quindi a Celani, ad un’eventuale ipotesi di vittoria del suo schieramento e alla distribuzione degli assessorati. Coi tre nomi più ricorrenti: Claudio Travanti, Davide Aliberti e Valentino Tega: «In democrazia vige il consenso, chi prende più voti è candidato a ricoprire un ruolo in amministrazione. Anche se alcuni di quei nomi hanno già espresso un desiderio e uno ha detto grazie non mi interessa, mi dedico ad altre cose. Insomma, non c’è tutta questa sete di potere». Sottolinea, invece, Ferretti: «Chi appoggiare al ballottaggio? Veramente ci andremo noi per cui saranno altri a dover pensare di sostenerci. Certo nella malaugurata ipotesi che non dovessimo arrivarci dovremo valutare le compagini che andranno a competere, chi ci darà garanzie potrà avere delle possibilità. Ad ora non ci sentiamo affini a nessuna coalizione. Ma in un secondo momento una porta la dobbiamo lasciare aperta per il bene di Ascoli. Una cosa è certa per noi il discorso parcheggi pubblici e varchi da spegnere in funzione della rivitalizzazione del centro storico sono punti prioritari sui quali non indietreggeremo di un millimetro».
E’ il momento del chiarimento per Frenquellucci rispetto ad una voce che da tempo circola in città: quello di un patto siglato con Celani. «Noi pensiamo di vincere e andare almeno al secondo turno. Circa l’ombra di eventuali accordi preciso che il Centrosinistra è incompatibile, e lo ribadisco forte, con qualsiasi altra forza politica o personaggi della vita politica cittadina che hanno governato in questi ultimi 20 anni. Noi vogliamo essere alternativi a chi ha guidato la città finora. Per cui nessun tipo di commistione, accordo o patto nel caso in cui al ballottaggio dovessero arrivare le due forze della destra ascolana (il riferimento naturalmente è per Celani e Fioravanti, ndr)». Duro il commento di Tamburri nei confronti dei politici che hanno amministrato Ascoli in questi decenni. «Noi al ballottaggio ci andremo. Il M5S è l’unica forza politica che potrà finalmente battere questi dinosauri incompetenti che hanno amministrato la città in questi ultimi 20 anni e che ci condannano a questa situazione di spopolamento che parte dal 2001 e di figli costretti ad emigrare. Centrodestra e Centrosinistra da decenni dicono falsità, parlano di programmi che poi non rispettano. Non capisco come facciano i cittadini a fidarsi di questi qui. Noi non ci fidiamo. A Celani lo disse chiaramente un suo consigliere di maggioranza: caro sindaco avevamo un programma di venti punti….». A questo punto si scatena di nuovo la bagarre con la fazione pro Celani a contestare Tamburri: «Ecco, questa è l’arroganza e la prepotenza degli accoliti di Celani. E’ una vergogna. La violenza e l’arroganza con la quale hanno governato. Ma torniamo a noi. Celani quando fu sfiduciato dalla sua maggioranza nel 2009 ebbe un confronto con un consigliere di maggioranza che gli disse: sui 20 punti programmatici dimmene uno che hai rispettato. Mi risulta che Celani se ne andò con la coda tra le gambe e ora ha pure l’ardire di ripresentarsi. Se una persona ha dimostrato di non essere affidabile non può essere seguita. Comunque, come dicono i sondaggi al ballottaggio ci arriviamo noi. E vi dico: chiedete informazioni su me ma anche su Celani, Fioravanti e Frenquellucci, che sono il simbolo di una classe politica disastrosa». Mugugni, ancora fischi, fino a quando la parola passa a Nardini per rispondere ad una domanda sulle divisioni interne al centrosinistra: «Io parlerei un po’ più di noi – taglia corto – che siamo una lista civica di. Nessuno di noi è iscritto a partiti. Vogliamo portare avanti le nostre idee e programmi e calamitare tutte quelle persone che, sfiduciate dalla politica, non sono più andate a votare. Ricordo che il partito più forte ad Ascoli è quello dell’astensione. Noi comunque ci proponiamo come forza alternativa a tutto quello che c’è stato in questi 20 anni perché non abbiamo avuto alcuna contiguità col passato». Conclude Fioravanti: «In politica ci sono dei cicli: c’è stato quello di Celani, di Castelli e ora si aprirà un nuovo ciclo. Sono orgoglioso di portare avanti azioni amministrative per le quali mi sono battuto come i 18 milioni per Monticelli, ma anche per rifare via Trieste, piazza Sant’Agostino. Comunque la squadra sarà un mix di rinnovamento e continuità. Ma chiedo a tutte le forze politiche di collaborare perché non c’è più tempo per insultarci. La città rimane ferma se continuiamo ad insultarci e giudicarci. Bisogna ridare ogni singola casa agli ascolani e rilanciare il commercio».
LA CHIUSURA DELLA SERATA E L’ARRIVEDERCI AL BALLOTTAGGIO
La serata termina con alcune domande secche rivolte ai sette candidati. Una se si riconosce negli insegnamenti di Papa Francesco sui migranti e sull’accoglienza vede Ferretti, Fioravanti, Di Mattia su posizioni univoche con un «no» ben pronunciato. Tutti favorevoli, invece, ad un consumo zero di suolo, alla riapertura della procedura Unesco, e alla ferrovia per Rieti (in questo caso Di Mattia dice no). Mentre sull’ospedale unico a Pagliare c’è il sì chiaro solo di Frenquellucci. Quindi la chiosa sul tema lavoro e nuova occupazione. Inizia Frenquellucci: «Un tema di lavoro giovanile, il Comune deve fare uno sforzo enorme verso la digitalizzazione che può creare grosse opportunità occupazionali». Fioravanti: «Punterò sulla scuola d’impresa e sul polo tecnologico in zona industriale per rilanciare l’economia cittadina». Ferretti: «Abbiamo inserito in programma un fondo comunale sul credito agevolato a favore della piccola e media impresa attraverso un accordo con le banche locali. E poi incentivi e defiscalizzazioni a favore di chi investe». Tamburri: «Uno studio della commissione europea recita che per ogni posto di lavoro creato nei beni culturali c’è un indotto di altri sedici lavoratori, addirittura più del doppio dell’industria automobilistica. E’ importante quindi lavorare sulla valorizzazione del nostro patrimonio artistico e culturale. Infine, attirare le aziende del Fermano e della Val Vibrata per creare il polo della moda del Piceno qui ad Ascoli».
Nardini: «Ricerca e università collegata all’impresa. E in questo, Agraria potrà inserirsi nella filiera produttiva delle nostre campagne. E poi il turismo culturale che deve comprendere l’intero territorio dal mare ai monti col nostro centro storico a fare da perno centrale». Celani: «Sui piani industriali il Comune non può agire molto perché non ha competenze specifiche. Non si fa, quindi, cultura d’impresa creando un assessorato all’Industria come pensa qualcuno qui. Il Comune deve essere, invece, un facilitatore nell’attrarre investitori. Un ruolo importante allora lo avranno i fondi europei. E noi ne abbiamo persi molti in questo recente passato. Per questo cercheremo di prendere tutte le opportunità nella programmazione 2021-2027. Fondi che ci permetteranno di avere quegli incentivi per attrarre imprese». Di Mattia: «E’ il lavoro il punto prioritario. In zona industriale il Comune si deve attivare. E per questo ci impegneremo per portare ad Ascoli il digital marketing per far vendere meglio i prodotti. Poi per il centro storico abbiamo proposto un centro commerciale naturale per aiutare i commercianti ad essere più competitivi. E il Comune fungerà da cabina di regìa».
LA FOTOGALLERY DI ANDREA VAGNONI