di Renato Pierantozzi
«Obiettivo raggiunto. Chi parlava di vittoria al primo turno è stato bocciato. Ho lottato contro una corazzata che ha schierato leader come Salvini e Meloni, oltre 300 candidati e 10 liste e partiva dal 61% di cinque anni fa. Eppure considerando il voto delle Europee bastava aggiungere soltanto il 3% per vincere…ma così non è stato». Parole e musica di Piero Celani che nel suo fortino di via Napoli commenta l’esito del voto del primo turno che lo vedrà sfidare Fioravanti allo spareggio del 9 giugno partendo dal 21% circa dei consensi.
«Sento Fioravanti parlare di interessi personali nel nostro schieramento -continua- ma cosa va dicendo?. Noi non ne abbiamo e ognuno, a partire da domani mattina, ha qualcosa da fare. Io, ad esempio, vado in Consiglio regionale, gli altri a lavorare. Dalla sua parte è la stessa cosa? E’ dura magari per qualcuno rischiare di rimanere senza indennità…». Celani analizza poi il voto. «Da solo -dice- ho portato Forza Italia, visto che le prime quattro liste che mi sostengono sono composte da tutti esponenti forzisti, a quasi il 18% nonostante il fatto che l’altro schieramento abbia utilizzato infamemente il simbolo azzurro fino alla fine. Io invece ho agito senza simboli. Ora si apre una nuova partita, uno contro uno, e parlerò ai cittadini di ogni schieramento politico, dai giovani fino a Nardini, presentando il progetto di città che vogliamo. Spero che ora si inizi a parlare di programmi e candidati senza quel brutto clima fatto di minacce che c’è stato al primo turno. Ha ragione Tamburri».
Domenica 9 giugno ballottaggio tra Fioravanti (37,3%) e Celani (21,4%) I risultati definitivi
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