di Adriano Cespi
Per l’ospedale unico, l’Area Vasta 5 rassicura: l’area di Pagliare è idonea. «L’indagine geologica – comunica l’Azienda sanitaria alla Regione Marche – evidenzia la compatibilità del sito con la realizzazione della nuova struttura ospedaliera, anche per quanto riguarda le prescrizioni in materia di rischio esondazione». Nessun pericolo, dunque. E per la costruzione del nosocomio del Piceno la strada sembra imboccare la discesa definitiva. Eloquente la dichiarazione della vice governatrice, Anna Casini: «Questo è un ulteriore passo avanti verso la realizzazione del nuovo ospedale di eccellenza». Positività totale, insomma. Corroborata, peraltro, da alcune ispezioni. Ci sarebbero, infatti, delle analisi effettuate sul terreno da tecnici specializzati che evidenzierebbero una concentrazione di nitrati e manganese al di sotto della soglia inquinante e, dunque, a rischio zero.
Fin qui tutto bene. Per questo abbiamo sentito uno dei geologi più noti e preparati, al quale, peraltro, il Comune di Spinetoli ha affidato uno studio di terzo livello di microzonazione sismica: Massimiliano Fazzini, docente universitario ed esperto di chiara fama. «Vi dico subito che la bassa presenza di nitrati e manganese nel terreno è importante per la protezione delle fondazioni dell’ospedale – spiega Fazzini – più alta è la concentrazione di tali sostanze chimiche, maggiore diventa il rischio di usura delle strutture». Fazzini, in questo caso, promuove l’area di Pagliare.
IL GRAVE PROBLEMA DELLO SVINCOLO DI SPINETOLI SULL’ASCOLI MARE
Ma passiamo al nodo più spinoso. Quello del rischio esondazione. Così come pubblicato da Cronache Picene il 6 giugno scorso, se esaminiamo le tavole elaborate dall’Autorità di bacino sul pericolo alluvione lungo la vallata del Tronto, ci accorgiamo che l’area di Pagliare, quella cioè in cui l’algoritmo regionale ha individuato il luogo più idoneo dove insediarci l’ospedale unico del Piceno, ricade completamente in zona E2, a rischio medio (colore giallo in tabella), che confina con una zona E3, a rischio elevato (colore celestino in tabella), che è molto vicina ad una zona E4, a rischio molto elevato (colore rosso in tabella). Quest’ultima è quella indicata, sulle tavole contenute nella “Carta del dissesto e delle aree esondabili”, a ridosso dell’uscita di Spinetoli della superstrada Ascoli-mare. E’ naturale che mezzi di soccorso, ambulanze in primis, in caso di alluvione, sarebbero impossibilitati a raggiungere il nosocomio. Ma non solo, lo stesso complesso sanitario si ritroverebbe interessato dall’evento, visto che, come indicato dalle tavole, rientra in zona a rischio medio, confinante con un’altra a rischio elevato. Commenta Fazzini: «Diciamo subito che l’area dove si andrebbe a costruire il nosocomio, pur ricadendo in zona E2, è libera da problematiche esondative: l’acqua del Tronto, infatti, mai riuscirebbe a raggiungerla. Ed anche la zona confinante, quella a rischio elevato, sempre in caso di esondazione, non determinerebbe grossi disagi visto che, tra piccole scarpate e altri avvallamenti, è posizionata 3-4 metri sotto il livello del terreno: impossibile, dunque, per l’acqua del fiume riuscire a superare quel terrazzamento. Il pericolo, invece, arriva dalla zona E4, quella dove insiste l’uscita di Spinetoli sull’Ascoli mare. In caso di alluvione quell’area verrebbe completamente allagata al punto che per i mezzi del 118 diventerebbe impossibile raggiungere l’ospedale. Certo ci sarebbe la Salaria, ma è evidente che la mole di traffico e i rallentamenti provocati dai vari paesi attraversati la sconsiglierebbero».
NESSUN RISCHIO DI LIQUEFAZIONE IN CASO DI TERREMOTO
Entriamo, adesso, nel merito dello studio di microzonazione sismica di terzo livello effettuato dal geologo Fazzini per conto del Comune di Spinetoli e datato marzo 2019 (va detto che il geologo Daniele Morganti, in una sua analisi di microzonazione sismica di primo livello, datata agosto 2014 ed effettuata per conto del Comune, ha fatto rientrare Spinetoli in zona 2 per il rischio di accelerazione sismica: la zona 1 è la più pericolosa). In questo caso il docente universitario rassicura: «La zona è promossa, non ci sono rischi di liquefazione e, dunque, non sussistono problemi di accelerazione sismica». Secondo il tecnico, infatti, il terreno composto da argilla e ghiaie «non si presenta con quella granulometria idonea, in presenza di una falda acquifera e davanti ad un sisma di 5° grado Richter, a provocare il disastroso fenomeno della liquefazione (effetto sabbie mobili, ndr)». Stessa cosa per l’accelerazione sismica: «Le onde sismiche – puntualizza Fazzini – in quella zona non riuscirebbero a trovare, per la conformità del terreno, un piano idoneo alla loro rapida e, quindi, distruttiva propagazione».
«BENE LE SALE CHIRURGICHE E I PARCHEGGI SOTTERRANEI PURCHE’ PROTETTI DALLE ACQUE DELLA FALDA»
Fazzini conclude lanciando alcuni accorgimenti rispetto alla realizzazione delle sale chirurgiche e dei parcheggi sotterranei. «Necessario in questo caso – avverte il geologo – proteggere con materiale ad hoc la struttura dalle acque presenti nella falda: ma questo chi si occupa di realizzare opere simili lo sa molto bene».
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