«Esprimo le più sentite congratulazioni nonché il senso della riconoscenza dell’Amministrazione comunale verso il personale della Guardia di Finanza che ha individuato e segnalato una serie di operatori turistici che omettevano di versare al Comune, pur avendola incassata, l’imposta di soggiorno». Comincia così l’intervento di Pasqualino Piunti, sindaco di San Benedetto, il quale interviene dopo l’operazione del comando provinciale di Ascoli della Guardia di Finanza che ha portato a scoprire alberghi e altre strutture ricettive che non pagavano, o ritardavano il pagamento, la tassa di soggiorno che i clienti versano ma che va poi girata al Comune.
E continua: «L’operazione segna un punto importante nella lotta all’evasione tributaria, perché mette gli inadempienti dinanzi alla responsabilità derivante dall’aver sottratto alle casse pubbliche importanti risorse, ma costituisce anche un ulteriore elemento di rafforzamento della collaborazione tra istituzioni a tutela del bene pubblico. Oltre al procedimento giudiziario che va ad aprirsi, ricordo che la Corte dei Conti ha qualificato i gestori di strutture turistiche come “agenti contabili”. Questo significa che il mancato versamento degli importi può configurare il reato di peculato per appropriazione indebita di denaro pubblico. Ricordo infine che il Comune si è da tempo attivato autonomamente per individuare le strutture che operano nel sommerso, anche attraverso la verifica sul web delle inserzioni per affitti turistici».
L’operazione della Guardia di Finanza ha interessato non solo San Benedetto ma anche Grottammare. Molto probabilmente Enrico Piergallini, collega di Pasqualino Piunti, la pensa alla stessa maniera.
Tassa di soggiorno non versata ai Comuni, nei guai 25 strutture ricettive (Foto e Video)
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