di Andrea Ferretti
Sono di vari colori e quindi di varie nazionalità. Vendono di tutto e imperversano su spiagge e lungomare circa 18 ore su 24. Il litorale piceno (San Benedetto, Grottammare, Cupra Marittima) non è immune al fenomeno. Sono i venditori ambulanti, la quasi totalità abusivi, che ogni tanto finiscono nella rete della Polizia Municipale (sequestro della mercanzia) e qualche volta pure della Capitaneria di Porto. Ma sono blitz che lasciano il tempo che trovano. Dopo pochi minuti i ricomincia da capo, in un duello senza fine.
«A noi ci controllano anche i peli – dice il titolare di uno chalet di Porto d’Ascoli che ovviamente preferisce restare nell’anonimato – vogliono giustamente vedere le documentazioni in in nostro possesso, le varie licenze, i permessi, eppoi anche se il pattino è “armato” (una dimenticanza che, se non recidiva, prevede una sanzione amministrativa che supera i 1.000 euro, ndr) e se tutto è in ordine come previsto da leggi e regolamenti. Mi sta bene tutto – insiste – ma poi qualcuno dovrebbe anche spiegarci come mai, quando arrivano i controlli rivolti ai venditori abusivi in spiaggia, poco prima del blitz come per incanto scompaiono tutti per ricomparire quando le persone in divisa, ma anche in abiti civili è la stessa cosa».
A questa situazione va aggiunto l’arcano della delibera della giunta comunale di San Benedetto di vietare il fumo in spiaggia. Delibera dalle nobili intenzioni, se pensiamo alla salute (presenza di non fumatori, bambini, ecc) e all’ambiente, poi subito stoppata e ora rimasta nell’italico limbo. I concessionari di spiaggia non sanno come comportarsi. La maggior parte fa come prima, e quindi si fuma. Altri temono di “inimicarsi” i fumatori, o i non fumatori. Il divieto al momento non esiste anche perché, in caso contrario, il Comune avrebbe già provveduto ad affiggere cartelli ben visibili in tutti gli chalet.
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