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Le acque sulfuree amate dagli antichi romani
Il sentiero de “Lu vurghe” torna a splendere

ACQUASANTA TERME - Un anno di lavoro per riportare alla luce il tracciato panoramico ed affascinante che parte dalla frazione di Santa Maria. Un mix di natura, pareti per l'arrampicata, sorgenti pure che verrà inaugurato giovedì 27 giugno grazie alla sinergia tra Provincia, Asa Speleoclub e Idrea
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La parte finale del percorso de

di Luca Capponi

Da discarica quale era purtroppo in parte diventata ad angolo di paradiso quale è. E, si spera, resterà. La formula conquisterebbe chiunque: natura che avvolge, acqua rigogliosa, ambienti panoramici, pareti per l’arrampicata, sorgenti sulfuree pure ed incontaminate dove bagnarsi. Ci è voluto un anno di lavoro tra sterpaglie, frane e bonifiche su ciò che l’uomo aveva improvvidamente abbandonato in loco (leggi: rifiuti) ma alla fine il sentiero de “Lu vurghe” è tornato a splendere. Quel tratto immerso nel verde che dalla frazione di Santa Maria conduce fino ad una storica polla che in passato veniva utilizzata anche dagli antichi romani.

Lo spettacolo da cartolina de “Lu vurghe”

L’intervento di rigenerazione ha visto in prima fila la Provincia e, per la parte fattiva, tra gli altri, la cooperativa Idrea capitanata dal geologo Andrea Mora, soggetto cogestore del centro di educazione Asa Speleoclub con l’infaticabile Giampaolo Filipponi, sempre in “trincea” quando c’è da rimboccarsi le maniche e che anche stavolta non si è risparmiato; il tutto all’interno del progetto  “Generazione”, finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri.
«E’ un sogno che si realizza, un’idea che gli amici dell’Asa non hanno mai abbandonato nonostante le difficoltà -spiega Mora-. Insieme, attraverso una serie di proficue sinergie, siamo riusciti a restituire al territorio un pezzo di storia e di natura affascinante, senza intaccare minimamente l’ambiente. Ora non resta che proseguire sul solco tracciato, valorizzare quanto fatto e, se possibile, continuare con il recupero degli antici sentieri, una vera ricchezza dell’entroterra in sofferenza dopo il terremoto».

Panchina di legno lungo il percorso

Il sentiero de “Lu vurghe” verrà ufficialmente inaugurato giovedì 27 giugno alle 18, con una passeggiata che condurrà fino alle sorgenti sulfuree «la cui purezza è stata confermata anche dai recenti rilievi degli studenti dell’Iis “Fermi”, che ne hanno sancito la completa assenza di ceppi batterici», ribadisce Mora.
Chi avrà la fortuna di godersi il tracciato potrà sicuramente percepire l’amore e la passione di chi ci ha lavorato; ci sono persino delle piazzole con panchine in legno dove poter, ad esempio, leggere un libro, chiudere gli occhi e lasciarsi trasportare dal contesto.

I ragazzi del “Fermi” analizzano le acque

Curiosità: la storia di Santa Maria è da sempre legata all’acqua e in particolare alle sorgenti sulfuree naturali e alle loro capacità curative. Molti personaggi storici tra cui Tito Livio Patavino narrano che qui re, consoli e legionari ritrovavano salute e vigore. Sulla carta degli itinerari dell’esercito romano la città viene riportata con il nome di Vicus ad Aquas e fonti storiche attestano la presenza di una antica piscina termale dove oggi sorge oggi la chiesa di Santa Maria.
Ora, come tutte le conquiste ottenute a fatica ma per questo ancor più brillanti, si spera che chi ne fruirà sappia mantenere decoro, rispetto, civiltà e pulizia, parole che non dovrebbero mai mancare nel vocabolario di chi vive e frequenta la montagna.

 

 


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