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Obiettivo salute picena
si trasforma in “AttivaMarche”
Piano socio-sanitario,
infuria la polemica

ASCOLI - Presentati questa mattina alla libreria Rinascita il nuovo nome e il nuovo logo dell’ormai ex coordinamento per la tutela della sanità picena. Il progetto, che ora vede la partecipazione diretta di Giacomo Manni del Movimento Cinque Stelle, adesso mira a difendere la salute dell’intero territorio marchigiano. E non risparmia frecciatine alla Regione Marche. Il presidente Cellini: «Salute e territorio viaggiano sullo stesso piano»
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La presentazione di “AttivaMarche”

di Andrea Pietrzela

«Il nostro percorso come comitato ha avuto un’evoluzione. Incontrando i cittadini ed approfondendo determinati argomenti, ci siamo resi conto che parlare solo di salute o di ospedale unico era una cosa limitata. Abbiamo dunque allargato il nostro progetto non solo ad Ascoli, ma a tutta la regione Marche». Cinzia Ficcadenti introduce la conferenza stampa come meglio non potrebbe, individuando nella sanità una questione regionale che va a braccetto con i problemi territoriali.

L’ospedale “Mazzoni” di Ascoli (foto Vagnoni)

Il presidente Andrea Cellini approfondisce: «Da Obiettivo Salute Picena siamo AttivaMarche, con il logo che rappresenta i Monti Sibillini ed il mare: l’obiettivo è coinvolgere tutto il territorio. Salute e territorio sono due parole molto importanti: la salute intesa come strutture, non è lontana dal discorso territoriale, che comprende numerose problematiche come la viabilità, la gestione dei rifiuti, la gestione dell’ambiente e così via. Terremo conto sia della situazione sanitaria dell’individuo, sia del territorio dove l’individuo vive». Non può dunque mancare qualche riferimento all’ospedale unico: «Il preventivo della Regione Marche deve essere specifico, è assurdo che sia un intervallo di valori: la politica deve essere chiara, ciò dimostra una mancanza di programmazione totale».

Masha Parisciani: «Vorrei porre la mia attenzione sulla sanità: noi abbiamo raccolto le istante sia dei cittadini che dei tecnici sanitari. Il nuovo piano sanitario regionale è ancora in discussione: siamo a luglio, l’anno prossimo la Regione dovrà rinnovare la sua giunta, oggi non abbiamo un piano sanitario per sapere quale sarà il futuro sanitario della nostra Regione e, nello specifico, dei due ospedali di Ascoli e San Benedetto». Gli obiettivi del comitato sono una conseguenza di tutto ciò: «Il nostro compito sarà, innanzi tutto, informare i cittadini. Molti si disinteressano perché non conoscono i meccanismi: semplificare la conoscenza di certe dinamiche è un obiettivo importante. Il problema di fondo è questo: il cittadino non capisce cosa succede, non sa come muoversi e vuole risposte davanti alle istituzioni. Noi informeremo i cittadini attraverso convegni ed altre attività».

L’ospedale “Madonna del Soccorso” di San Benedetto (foto Cicchini)

Presente all’incontro anche Giacomo Manni, architetto, esponente del Movimento Ciunque Stelle, che ha accettato di abbracciare la causa di Attivamarche: «Il progetto è cresciuto molto, il territorio e la salute sono la stessa tematica ed ho giusto perseguire determinate battaglie come quella, ad esempio, del Consorzio di Bonifica delle Marche. Attivamarche è un bel nome, dobbiamo attivare i cittadini nelle battaglie civiche. Perché su alcuni servizi pubblici non dovrebbe esserci il privato ed ingenti risorse pubbliche vengono destinate ad opere che si reggono sul nulla perché non c’è un piano socio-sanitario. Il terremoto è un’altra piaga, ad oggi la politica non ha dato risposte, la ricostruzione privata manca e quella pubblica ancora non è partita. La Regione Marche non ha nemmeno la visione di una ripartenza territoriale: piste ciclabili, laboratori e cose simili non possono assolutamente rappresentare la ripartenza di quei territori. Bisogna ripartire dalle infrastrutture e dalle aziende territoriali. La nostra battaglia è politica, ma non è istituzionale: è civica, la facciamo da cittadini con la speranza di poter parlare poi con le istituzioni. Il nostro obiettivo è mettere quella sana pressione civica nei cittadini: se i cittadini non si muovono, la politica poi intraprende logiche di scelta che non hanno a che fare con il bisogno reale dei cittadini. Non è un discorso politico-partitico, ma di scelta comune. Sarà importante anche costruire una rete sociale con le altre realtà presenti. Come ultimo bisognerà agire: si potrà sfociare anche in manifestazioni o piccoli presidi, bisognerà lottare anche per farci notare dagli organi di informazione e far sentire la nostra voce».

 

 

 

 


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