Il basilico davanti al Duomo, pronto per essere benedetto
di Luca Capponi
C’è chi si è svegliato all’alba per non mancare alla benedizione del basilico davanti al Duomo. Nel giorno dedicato al patrono Sant’Emidio, trattasi di un momento altamente evocativo impresso a forza nel dna degli ascolani, quello che dà idealmente il via alle celebrazioni. Nel segno della pianta sacra, che secondo la tradizione era l’unica a crescere sul Calvario e che spuntò anche sul sepolcro di Emidio. Si narra infatti che un piccolo basilico verde e profumato fu rinvenuto nei pressi delle sue spoglie, in un ambiente poco consono, umido e buio, al momento di essere traslate da dove oggi si trova il Santuario di Sant’Emidio alle Grotte (altro luogo simbolo) alla Cattedrale.
La statua del Santo in processione. In primo piano il consigliere regionale Piero Celani
Da lì la devozione per “il fiore di Sant’Emidio”, primo momento di una giornata, quella del 5 agosto, da sempre “campale” anche per i turisti ed in cui le celebrazioni religiose si accavallano a quelle civili (sotto l’egida del Comitato Festeggiamenti), in un melange unico e indissolubile. Non a caso sin dalla mattina in migliaia si sono riversati in centro storico, cercando di seguire un programma serrato che, come detto, è partito già alle prime luci dell’alba. Tante sono infatti le tradizioni che si manifestano nell’arco delle 24 ore più concitate dell’anno; dai colpi di mortaio sparati sin dalla mattinata (preludio ai fuochi d’artificio notturni pronti a librarsi nella zona di Porta Cartara) all’immancabile pranzo di Sant’Emidio (con bontà come il pollo “ncip-nciap”), dalla consegna degli omaggi per tutti coloro che portano il nome di Emidio o Emidia sotto al loggiato di Palazzo Arengo (preceduta da una messa a loro dedicata, alle 9), alla presenza del sindaco Marco Fioravanti, fino ai suoni della banda e alla super tombola notturna in piazza di Arringo.
Il console di Porta Romana Tulli e, più dietro, il cavaliere Lorenzo Melosso
Una giornata che sta lasciando il segno, come sempre, vuoi per l’affluenza, vuoi per i colori di cui dipinge le cento torri. Altro momento clou è la messa serale con la processione a cui hanno partecipato, oltre ovviamente al vescovo Giovanni D’Ercole, confraternite e parroci della Diocesi, migliaia di fedeli ed il Santo, la cui statua è stata trasportata lungo il tragitto (tra i portantini anche l’ex sindaco Piero Celani) che ha ricondotto il serpentone in Duomo. Proprio lì, dove per tutta la giornata si è registrato un viavai di persone pronte ad onorare Emidio con la visita alla magnifica cripta ove riposa il Santo. Alla processione ha preso parte anche una rappresentanza del Sestiere di Porta Romana, a ventiquattr’ore dalla vittoria del Palio di agosto. Nella processione di Sant’Emidio, infatti, è sempre presente il sestiere che vince l’ultima Quintana. In questo caso quello rosso-azzurro, visto che la Giostra in onore del patrono si è svolta proprio alla vigilia della festa. La rappresentanza ha visto in testa il console Luigi Tulli, poi il gonfaloniere, i capitani e alcuni nobili, più il cavaliere Lorenzo Melosso (in abiti civili), insieme ai figuranti rossoazzurri, accanto al Palio vinto al Campo dei Giochi.
Curiosità: piante di basilico sono arrivate sino ad Ancona, sede della Giunta Regionale, dove il presidente Luca Ceriscioli e la vice Anna Casini, insieme agli assessori, hanno voluto così omaggiare la città di Ascoli ed il suo protettore.
Il presidente della Provincia Sergio Fabiani, il sindaco Marco Fioravanti e il prefetto Rita Stentella
Il vescovo Giovanni D’Ercole
L’interno del Duomo
Il palio vinto da Porta Romana portato da Armando Lucidi, con accanto il vincitore della Quintana Lorenzo Melosso
Il basilico di Sant’Emidio è arrivato sino alla Giunta regionale di Ancona
Palio vinto e gonfalone di Porta Romana con i capitani Davide Palmizi, Igino Cacciatori, Giorgio Lupini e Giuliano Airini
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