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Una Giostra spettacolare
premia il vincitore
più giovane di sempre
Impazzisce Porta Romana,
polemiche tra gli sconfitti (Le foto)

ASCOLI - Mille persone alla festa, durata fino all’alba, sotto la Porta Gemina per la vittoria del 18enne Melosso che, con 2.020 punti, si porta a -6 dal record di Innocenzi. Una vittoria tutta ascolana. Il caposestiere Torquati: «Lorenzo è super blindato, è il nostro futuro». Per la prima volta due cavalieri hanno superato quota 2.000. Il gran lavoro di preparazione della pista ha dato i suoi frutti. Unico neo la diretta Rai che si è chiusa sul più bello. Musi lunghi a Porta Tufilla, Porta Maggiore e Sant'Emidio
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Festa a Porta Romana, Lorenzo Melosso portato in trionfo

di Andrea Ferretti

Vincitore e vinti. Tripudio, gioie, amarezze e immancabili polemiche. La Quintana saluta il 2019 con una Giostra da passare agli annali come quella dei record. Quella in cui – incredibile ma vero – sono stati battuti tre record, uno dietro l’altro nel volgere di pochi minuti, nel corso della stessa tornata, la prima. Alla fine è stata la Quintana vinta da un ascolano, un aspetto da non sottovalutare visto che prima di Lorenzo Melosso, considerando che Emanuele Capriotti è sì ascolano ma di Castignano, l’avevano fatto solo Giovanni Castelli (Porta Tufilla) nella prima edizione del 1955, Luigi Civita (Porta Romana) nel 1956 e 1960 e Melosso senior (il padre Franco) nel 1997 e 1998. E’ stata una Quintana da Formula Uno, ancor più della notturna di luglio. Quattro cavalieri su sei se la sono battuta fino alla fine in una Giostra giocata sul filo dei decimi di secondo. Figuranti e spettatori sono rimasti senza parole quando nella prima tornata lo speaker ha annunciato tempi e punteggi di Melosso, Zannori e Gubbini (tutti sotto i 51”) e poi il 51 netto di Innocenzi. Numeri che hanno posto una pietra miliare sulla storia della Quintana.

Finita la tenzone, i “se” e i “ma” diventano inutili, ma restano le due tavolette di Gubbini e quella di Innocenzi, ma soprattutto l’errore commesso dal palafreniere di Gubbini che alla prima tornata ha lasciato il campo di gara facendo uscire il cavallo dopo un percorso sbagliato. Una dimenticanza che ha punito il Sestiere rosso-nero, dove le polemiche e i musi lunghi sono durati fino all’alba. Più o meno quello che è successo a Porta Maggiore e Sant’Emidio con Zannori e Raponi, ma soprattutto con chi fornisce loro i cavalli. Zannori, ultimo a scendere in pista dopo il sorteggio (era in testa alla pari di Gubbini), per regalare il Palio a Porta Maggiore dopo 37 anni avrebbe dovuto chiudere con tre centri e un tempo inferiore a 51”6. Ma così non è stato. Prima di lui ha invece fatto cilecca Gubbini (due penalità).

Ecco allora che tra i due litiganti si è infilato Melosso che, con la freddezza del veterano, ha vinto ricevendo l’ovazione del popolo rosso-azzurro e gli applausi di tutto il Campo dei Giochi. Il 50”60 (per pochi minuti record assoluto della pista), i due 51”20 e un solo 80 non possono che descrivere un cavaliere col futuro spalancato. Ha chiuso con 2.020 punti che avvicinano il record di 2.026 staccato da Innocenzi nel luglio 2015. Senza l’80 alla seconda tornata i punti sarebbero stati 2.040: roba da fantascienza. Infine la Piazzarola che sapeva di non poter chiedere di più a Picchioni (mai comunque sotto i 53”) il quale ha stoicamente continuato a giostrare nonostante un infortunio rimediato al braccio sinistro.

LA PISTA E LO SPEAKER – E’ stata una delle più spettacolari Quintane di sempre. Si sono affrontati quattro cavalieri sullo stesso livello e la differenza, così come è stato, l’hanno fatta i particolari. Ma anche la continuità, come dimostra il trionfo di Melosso e il secondo posto di Innocenzi. Se la Quintana è stata così spettacolare e pulita un motivo ci deve essere. Ecco allora che esce fuori il lavoro compiuto sulla pista dal responsabile Maurizio Celani e dal suo staff di indomiti lavoratori che per giorni hanno curato l’otto come una reliquia. Pomeriggio spettacolare grazie anche a Mario La Rocca, insostituibile speaker della Quintana, inconfondibile voce di gioie e dolori per centinaia di sestieranti, degno erede dell’indimenticato Carlo Paci.

LA DIRETTA RAI – Bocciata. Sul ritorno di immagine non si discute, ma allora converrebbe mettere su un bel documentario su Ascoli, le sue tradizioni e peculiarità, infilandoci come sempre un po’ di bianconero dell’Ascoli Calcio e l’immancabile cartoccio di olive fritte. Non è pensabile di poter sfruttare una diretta Rai – che viene vista non solo in Italia – e poi essere costretti a salutare quando mancano le ultime tre decisive tornate, quelle che assegnano il Palio. E’ come se durante un film giallo, a pochi minuti dalla scoperta dell’assassino, comparisse la scritta “The End”.

LA FESTA ROSSO-AZZURRA – E’ iniziata al Campo dei Giochi. E’ proseguita durante il corteo di ritorno. Si è conclusa al Sestiere di Porta Romana con musica, balli, tavole imbandite e straordinari per la Taverna di Sestiere “Paolo Volponi” andati avanti fino all’alba. Nel momento clou, almeno mille persone si sono riversate nel giardino e davanti la sede di Sestiere in viale Treviri. Festa da record, come da record è stata la Giostra di Melosso. Non sono mancate visite e complimenti di rappresentanti di altri Sestieri, quelli del sindaco-Magnifico Messere Marco Fioravanti (subito munito di fazzolettone rosso-azzurro in onore del vincitore), altri rappresentanti dell’Amministrazione comunale e i vertici della Quintana. Il Sestiere sta approntando ora l’organizzazione della “Festa della Vittoria” che mancava da tre anni. Per Porta Romana è il 17° Palio, uno in meno della Piazzarola. Successi ottenuti da ben sette cavalieri diversi. Anche questo è un record. Da quelle parti, probabilmente, qualcosa funziona.

LE PRECISAZIONI – «Lorenzo non si tocca, e non è una delle tante frasi fatte, ma la realtà». Pier Luigi Torquati, caposestiere rosso-azzurro, vuole mettere dei puntini sulle “i”. «Lorenzo Melosso è super blindato, ha un contratto con noi ma, a parte questo, è uno di noi, è cresciuto qui, ha tanti amici, sta bene e non gli passa nemmeno per l’anticamera del cervello lasciare Porta Romana. Dico questo – conclude – per rassicurare tutte quelle persone, sestieranti e non, che dopo la Giostra hanno detto e pensato cose inesistenti. Il nostro futuro è lui. Punto».

QUESTIONE DI DNA – Lorenzo Melosso e i suoi cavalli hanno uno staff che li seguono 365 giorni su 365. Staff capitanato da due ex cavalieri della Quintana che sono stati anche vincitori: il padre Franco (primo con Sant’Emidio el 1997 e 1998) e Emanuele Capriotti (8 Palii a Porta Romana nel decennio 2003-2013). Prima dei Melosso, avevano vinto padre e figlio solo Mario (Piazzarola 1977) e Willer Giacomoni (Porta Solestà 2002). Ma padre e figlio cavalieri della Quintana, lo sono stati anche Mario (7 Giostre con Sant’Emidio) e Paolo Margasini (9 successi con Porta Solestà dal 1993 al 2000) e poi Pasquale (3 Giostre con Porta Solestà) e Nicholas Lionetti (6 con la Piazzarola).

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