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Morta al “Salesi” dopo il parto,
sono ben 23 gli indagati

ANCONA - Avviso di garanzia per medici, ostetriche e anestesiste. Oltre che per omicidio colposo si indaga anche per interruzione colposa di gravidanza. Da chiarire se il decesso del feto poteva essere evitato. Autopsie il 6 settembre
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Zohra Ben Salem

Mamma morta al “Salesi” dopo aver partorito un feto senza vita, sono 23 gli indagati. Tra questi ci sono ginecologi, ostetriche e anestesisti del materno infantile di via Corridoni. Oggi pomeriggio hanno ricevuto l’avviso di garanzia assieme alla notifica dell’accertamento autoptico che si svolgerà il 6 settembre alle ore 13 all’Istituto di medicina legale di Torrette.

L’autopsia verrà eseguita sia su Zohra Ben Salem, tunisina di 34 anni, sia sul feto arrivato alla 38esima settimana al momento della morte intrauterina. In un primo momento, la procura aveva ipotizzato solamente il reato di omicidio colposo, in riferimento al decesso della donna, già mamma di due figli piccoli.

Ora, sul fascicolo è stata iscritta un’altra contestazione: interruzione colposa di gravidanza. Evidentemente, gli investigatori nutrono dei sospetti anche sulla morte del feto. Si poteva evitare? Cosa ha portato Zhora a perdere la bambina che aveva in grembo? La 34enne prima di quel tragico parto avvenuta la notte del 24 agosto, si era recata al “Salesi” il mercoledì precedente per un monitoraggio.

Stando a quanto raccontato dal marito Mohamed Safi, erano state ravvisate delle anomalie, ma la bimba che portava in grembo era ancora vita. La 34enne – che soffriva di diabete gestazionale – non era stata trattenuta al “Salesi” e rimandata a casa. Lo scorso sabato è tornata sia per ulteriore controllo, ma anche perchè non si sentiva bene. Gli accertamenti avevano poi mostrato la morte del feto. Per l’espulsione, i medici avevano optato per un parto vaginale e non per un cesareo. Le ipotesi di reato sono state attribuite a vario titolo tra gli indagati.


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