Asco in consolle
di Luca Capponi
Immaginate di avere un sogno nel cassetto. L’adolescenza, la scoperta di una passione che poi diventa divorante, complice quello che all’inizio sembra essere il malefico ostacolo: un’infortunio che ti costringe a casa. Niente di peggio che possa capitare ad un’età così particolare. Chi conosce abbastanza bene Alessandro Xiueref sa che la sua avventura probabilmente è nata proprio in quei giorni. Solo che lui non lo sapeva. E non poteva sapere, ma sicuramente lo sognava, che qualche anno dopo sarebbe diventato un idolo della consolle.
Sulle strade di Tokyo
La sua passione, infatti, era quella di mixare, di giocare e sperimentare con la musica. Così nacque Asco. Uno che, per davvero, porta il nome della sua città in giro per il mondo, con grande successo in Oriente; Cina, Giappone, Thailandia. Col pubblico che lo inneggia a colpi di striscioni e dancefloor gremiti. Asco uguale Ascoli. Passione uguale sogno che si realizza. Ed il dj partito in sordina tra le cento torri ora è una star.
Il suo ultimo singolo, “We Come Alive“, è uscito solo qualche giorno fa e sta lì a ricordarlo: oltre 51.000 visualizzazioni dal 1 settembre ad oggi ed una featuring, quella con la band americana dei Reptile Room, di cui è lo stesso Asco a raccontare.
«Li ho scovati su Instagram -spiega il ragazzo, classe 1989- e ho proposto una collaborazione. Sono stati entusiasti dell’idea e ho inviato loro una mia demo sul quale stavo lavorando. Dopo aver ricevuto il loro intervento sul brano ho stravolto ciò da cui ero partito, seguendo anche le indicazioni dell’etichetta discografica. Il risultato finale è qualcosa che in molti trovano sorprendente a livello stilistico, senza dubbio molto in linea con il sound che negli ultimi anni ho sviluppato ma con una contaminazione e influenza tutta nuova».
Dancefloor gremito
Dal giorno in cui si è stabilito a Roma per lavorare a Radio m2o, pieno di speranze per il futuro, fino al sodalizio col collega Leandro Da Silva e alla nascita di una società, di strada Asco ne ha fatta un bel po’. «Si tratta di un momento senza dubbio magico, sto vivendo cose che neanche avrei immaginato all’inizio del mio percorso -continua-. Giro il mondo portando la mia musica e scopro di avere fan dall’altra parte del globo che con entusiasmo assistono alle mie performance live e si emozionano con brani che ho realizzato, con cartelloni col mio nome in mano. E’ qualcosa di incredibile. Però sono talmente preso nell’andare avanti e crescere che non mi fermo mai a pensare quanto fatto finché qualcuno non te lo chiede».
In Cina
E’ lui stesso a ripercorre i suoi esordi nella Capitale, frutto di duro lavoro, abnegazione, sacrificio. Un bel messaggio per i giovani. «Vivo ancora a Roma, città che ho iniziato a frequentare nel 2010 quando avevo l’utopica di lavorare a Radio m2oe dove mi sono trasferito in pianta stabile nel 2013 quando questo sogno si è realizzato -va avanti Alessandro-. Oggi qui convivo con la mia ragazza ed ho la sede operativa della mia società “Origami Management”, che gestisce etichette discografiche, edizioni e promozione musicale. L’industria della musica è qualcosa di immenso e stupendo, l’approccio della mia passione del marketing ha contribuito tanto allo sviluppo della mia carriera e della società insieme al mio socio Leandro e alle nostre rispettive compagne».
«Sento di vivere un sogno e di averne realizzati tanti, passo dopo passo, ho sempre visualizzato piccoli obiettivi da raggiungere da quando ho iniziato -ribadisce-. Il primo è stato esibirmi al vecchio “Ceres” (locale storico di Ascoli, sito in località Lu Battente, ndr), poi l’arrivare a lavorare in discoteche come il “BB” di Grottammare fino a diventare un dj di m2o e, oggi, essere un dj internazionale. Ma ci sono sogni nel cassetto anche per domani. Una carriera ha bisogno di obiettivi da raggiungere giorno dopo giorno verso un sogno più grande da inseguire, senza sogni viene meno la linfa vitale per mettersi in gioco e costruire».
Sulle difficoltà, però, vale la pena di soffermarsi. Non per pontificare, ma perchè in questi ambiti tenere i piedi ben saldi a terra diviene fondamentale per la riuscita soprattutto umana. «E’ stato duro sotto tanti punti di vista -ammette Asco-. E’ stato duro perché nessuno ti regala niente in nessun ambito, tanto meno questo, è stato duro perché in passato ho fatto mille lavori per cercare di portare avanti le mie passioni, dai traslochi ad anni di stagioni da cameriere; rifarei tutto perché c’è da imparare in ogni mestiere e in ogni situazione della vita. Però se posso permettermi di fare un ragionamento credo che il mio approccio nel voler dare sempre il 110% nelle cose dimostrando di fare la differenza in ogni ambito è quello che mi ha fatto conquistare tante cose, sopratutto ad m2o, nel quale aver dimostrato di valere tanto mi ha fatto fare subito passi da gigante, anche scomodi nella gerarchia di un ambiente di lavoro, ma che come sempre mi ha portato tanto».
Affermarsi a livello internazionale, inevitabilmente, porta anche a fare considerazioni sulla propria realtà, tra bizzarrie e dinamiche imprevedibili. Anche per uno che viaggia tantissimo. «La cosa più strana non la vivo all’estero, la vivo dall’estero -dice-. E’ vedere che più cresce l’attenzione internazionale più cade quella locale, non faccio più serate in Italia da un paio di anni, salvo sporadiche apparizioni, nonostante io abbia una buona fetta di seguito anche nel nostro paese. E’ una mia costante dire questa cosa nelle interviste ma nel 2012 un direttore artistico di un locale nella provincia di Ascoli mi disse “Asco, nessuno è profeta in patria” ed aveva assolutamente ragione. Il mondo è grande, l’Italia è una fetta della torta, piccola e governata da dinamiche tutte sue oltretutto».
Di inevitabile c’è anche chiedere ad Asco quali siano i suoi ascolti del momento, domanda basilare per uno che di musica ci vive. «Ascolto qualsiasi genere, e questo mi aiuta tanto -ammette-. Impazzisco per Dardust, sarò di parte (entrambi ascolani, ndr) ma sono un suo grandissimo fan ed è un grande riferimento anche nella mia musica. Mi piace sia esplorare le novità discografiche ma anche tornare al passato per carpire cosa aveva funzionato e perché. Poi se devo fare un viaggio ho le mie playlist della buona vecchia “Italo Dance”, che prima o poi dovrà tornare, e brani pop del 2000; sono un nostalgico».
Dunque, sono da ritenersi fortunati coloro che, lo scorso 10 agosto, hanno potuto assistere alla sua bella performance a suon di rock mix tenuta durante la notte bianca di Ascoli, a supporto del concerto dei La Rua. «E’ stato emozionante, sia trovarmi lì con loro del quale sono fan da sempre, sia esibirmi dopo tanti anni in piazza del Popolo davanti alla mia famiglia e a tanti amici -conclude Asco-. C’è un’idea in ballo per tornare con un set tutto mio grazie all’interessamento della nuova Amministrazione; vediamo se almeno stavolta invertiamo la tendenza e ci sarà occasione di essere “profeta in patria”».
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