Un altorilievo su pietra arenaria raffigurante un leone e risalente al secolo XI. A testimonianza dell’antica chiesa venne murato sulla parete della nuova chiesa di San Pietro e Paolo, a Borgo. L’edificio, però, è rimasto gravemente compromesso dal terremoto del 2016-2017. Una situazione che ha messo a repentaglio le sorti del leone di Arquata, un simbolo e un tesoro per la popolazione, ma che proprio in queste ore ha trovato una soluzione grazie al salvataggio del manufatto.
Il trasporto dell’opera
L’intervento è stato eseguito dallo scultore Massimo Ippoliti, che è anche un abile restauratore avendo posto il suo imprinting, ad esempio, sulla “Fontana dei Leoni” e sul monumento a Pergolesi” in quel di Jesi. Ippoliti ha operato sotto la direzione e supervisione dello storico dell’arte Pierluigi Moriconi della Soprintendenza di Ancona. Al servizio hanno collaborato i Carabinieri del nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Ancona e quelli della stazione di Arquata, i quali avevano raccolto molte richieste dai cittadini per salvare il leone.
L’azione è stata complessa sia per la delicatezza del bene, realizzato in pietra tenera, ma anche per la grave situazione in cui versava la parete. In modo sapiente e delicato il maestro Ippoliti con piccoli colpi di scalpello ha liberato il leone. Grande emozione ha colto tutti i partecipanti, tra i quali anche don Nazzareno Gaspari, parroco di Arquata, il quale ha molto insistito affinché l’opera fosse salvata.
Dopo essere stata recuperata, la scultura è stata posizionata presso il centro Agorà, distante pochi metri dalla chiesa, luogo ove sarà esposta. Questa scelta fatta dallo storico Moriconi rappresenta un ulteriore segno di speranza per la comunità, che lottando con forza e vigore cerca di ricominciare.
Il “leone” di Arquata è salvo ha sfidato i secoli e il terremoto. Questa non è una comune pietra, ma un simbolo che porta in sé una enorme carica di forza e fiducia nel futuro anche nella sua nuova collocazione.
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