L’interno del Tribunale (Foto Andrea Vagnoni)
Battaglia in aula nel processo per la tragica morte di Carla Benigni, la giovane madre di Castignano rimasta fulminata il 14 agosto del 2015 davanti la sua casa. Gli avvocati difensori (in particolare Mauro Gionni e Giuseppe Falciani) dei tre imputati finiti a processo per omicidio colposo hanno cercato di “smontare” la versione dell’accusa secondo cui la donna sarebbe morta folgorata dopo aver toccato con la mano sinistra un pluviale in rame e con la spalla destra un vecchio ponteggio metallico di una casa oggetto di una precedente ristrutturazione mentre stava sistemando dei festoni in vista dell’inizio di Templaria. Secondo i difensori, invece, che hanno incalzato in aula, a più riprese, uno dei carabinieri presenti sul luogo della tragedia le cose sarebbero andate in maniera diversa.
Mauro Gionni
Sotto accusa, in particolare, sono finite le due documentazioni fotografiche della scena dove è morta la sventurata giovane con oggetti (come una piscinetta e un cavo elettrico nero) riapparsi soltanto il giorno dopo. Inoltre, sempre secondo la tesi della difesa, la donna non avrebbe potuto toccare con la mano e con la spalla il discendente in rame poiché la scaletta utilizzata era molto bassa. Dopo il militare sono stati ascoltati anche il marito e i primi soccorritori giunti sul posto. L’udienza si fronte al giudice Matteo Di Battista è stata poi aggiornata al 20 novembre.
rp
Giovane madre morì folgorata sulla scala, in tre a processo per omicidio colposo
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