di Maria Nerina Galiè
I dieci Musei di Arte Sacra, che fanno parte della rete dei Musei Sistini del Piceno della diocesi di San Benedetto non sono soltanto un contenitore di opere d’arte sacra, seppure preziose ed uniche. Sono espressione delle più sincere tradizioni locali, religiose e laiche, e specchio di un contesto sociale che nel tempo si è modificato senza però perdere la sua identità culturale. Per questo, nel raccogliere i rari manufatti, è stato scelto di lasciarli nei luoghi per cui erano stati creati. Con lo stesso spirito oggi si riconosce loro un ruolo fondamentale per i Comuni che le ospitano. Arricchiscono l’offerta turistica e nel contempo ne conservano e tramandano le radici. Sono state numerose le iniziative poste in essere durante l’estate appena trascorsa, in particolare per contribuire al rilancio delle aree colpite dal sisma, che hanno fatto contare 12.304 visitatori, di cui 448 a Montemonaco e 1.259 a Rotella. Un bilancio più che positivo esposto dal presidente don Giorgio Carini e dalla direttrice Paola Di Girolami.
LA MOSTRA DI ROTELLA – A Rotella c’è stata la mostra “Annunciazioni ‘crivellesche’ tra Marca e Abruzzo: il ritorno delle sculture di Rotella nelle terre ferite dal sisma” dal 29 giugno 29 settembre. «Ma è bene sottolineare – ha ricordato la Di Girolami – che il grande evento in una delle sedi traina tutte le altre. Ne abbiamo riscontro dai numeri e dai questionari che chiediamo ai visitatori di compilare». L’occasione è stata offerta dal centenario di una… perdita. Nel 1919 l’allora parroco di Rotella vendette alla Galleria Nazionale del Marche di Urbino un gruppo ligneo raffigurante un “Angelo Annunziante” e la “Vergine Annunciata”, sculture, legate agli stilemi della pittura locale, da Carlo Crivelli a Pietro Alemanno. La mostra, ideata dai Musei Sistini e resa possibile dall’impegno del Comune di Rotella e dalla disponibilità del direttore della Galleria Nazionale delle Marche Peter Aufreiter, ha presentato al pubblico opere di uno stesso soggetto e appartenenti al medesimo ambito figurativo crivellesco, assieme ad altri lavori ad esso collegati, per vicinanza culturale e geografica, realizzati nell’Ascolano, nell’Abruzzo settentrionale e in Umbria. «Il ritorno delle opere allontanate un secolo fa – ha sostenuto Giovanni Borraccini, sindaco del paese ospitante – ha avuto un alto valore simbolico per i cittadini che hanno avuto modo di conoscerle. Tali manifestazioni sono molo importanti pei i piccoli centri che aspettano solo di essere valorizzati».
MONTEMONACO – Poi c’è stata Montemonaco, con cui gli operatori dei Musei Sistini hanno consolidato un legame proprio per irriverente merito del sisma. «Per due anni la nostra presenza a Montemonaco è stata costante – ha ricordato la direttrice – nella prima fase per il recupero e la salvaguardia. Poi per gli interventi di ristrutturazione e conservazione, riportando nel più breve tempo possibile gli oggetti nella loro originaria sistemazione». Come le opere contenute all’interno della chiesa di San Benedetto Abate, restituita al culto da pochi mesi e con dentro tutto quanto c’era prima del sisma. E le campane, riunite in una torre d’acciaio dove ora fanno sentire i loro rintocchi ad orari stabiliti o al seguito di mani curiose che vogliono cimentarsi tramite una tastiera posta alla base. «L’aiuto ci è venuto da ogni dove – ha detto ancora la Di Girolami – raccogliendo oltre 30 mila euro, provenienti da enti e privati tra cui il Consolato di Polonia delle Marche e le associazioni “Arte pro Arte” e della “Sala delle Asse”». «Ci è stato permesso di recuperare un patrimonio dall’alto valore affettivo – sono state le parole di Francesca Grilli, sindaco di Montemonaco -. L’amministrazione non può che riconoscere anche la vocazione civile del museo e adoperarsi per garantire una migliore fruibilità ai cittadini e ai turisti».
LA COSTA – Tutto ciò che si trova sulla costa invece, in estate, ha solo bisogno di una spinta, che si propaga magari nelle sedi più interne. Ecco l’interesse suscitato con i due concerti, di cui uno inaugurale, alla Palazzina Azzurra di San Benedetto e in piazza Peretti al Paese Alto di Grottammare. Quest’ultima ha totalizzato 8.600 visite.
«La rete museale dei Musei sistini si caratterizza per andare contro ogni logica di marketing», ha affermato don Carini che ha poi aggiunto: «Raggruppano opere identificative di ogni comunità. Scoprendole, conosciamo meglio i Comuni che ne fanno tesoro, anche grazie alla passione per il territorio che accomuna noi e gli amministratori locali che condividono il nostro impegno».
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