Sta bene il ragazzo di 14 anni caduto ieri sera 31 ottobre dal muretto di via delle Stelle, luogo meglio conosciuto come “Rrete li mierghie” per dirlo in dialetto locale, uno degli scorci più suggestivi del centro storico di Asoli. Se l’è cavata con tanta paura e molte escoriazioni, causate da rovi e rami della fitta vegetazione che l’hanno però miracolosamente trattenuto. Decine di metri sotto c’è il fiume.
Resta il fatto però che quella zona, molto cara agli ascolani e da sempre punto di ritrovo di gruppi di giovani con la voglia di divertirsi o scambiare due chiacchiere lontano dal caos delle vie più trafficate, è buia, decisamente appartata e per nulla controllata. E sta diventando sempre più di frequente meta delle forze dell’ordine e degli addetti alla sicurezza, come i Vigili del Fuoco.
Diversi, negli ultimi mesi, gli interventi di Polizia e Carabinieri, chiamati per questioni legate all’uso, forse allo spaccio, di sostanze stupefacenti. Lì, un mese fa circa un giovane uomo è finito al centro di una rissa. I Vigili del Fuoco invece più di una volta sono stati chiamati per recuperare oggetti, cellulari e borse, precipitati nel dirupo dal muretto che è molto basso. Lo stesso dove è finito il ragazzino, tirato su dai pompieri della squadra Saf (speleo-alpino-fluviale), che richiede una particolare perizia e non è privo di rischi.
Ma un conto è calarsi per salvare una persona, un altro per riprendere un oggetto custodito forse con poca cura, magari lasciato cadere in un eccesso di esuberanza o solo perché, tanto si sa, poi ci pensano i Vigili del Fuoco a riprenderlo con spettacolari prodezze. Il posto è bello, merita di essere ben custodito e vigilato, così da poter essere meglio rispettato (non può continuar ad essere uno dei luoghi preferiti per le deiezioni di can tenuti al guinzaglio dai proprietari che poi non le raccolgono) e goduto lasciando prevalere il buon senso. E non deve meritare l’appellativo di pericoloso.
m.n.g.
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