di Marzia Vecchioni
Domenica prossima 3 novembre alle 17, al “Pirani” di Grottammare, la squadra di calcio femminile della Sambenedettese incontrerà quella dell’Ancona Respect. È interessante spendere qualche parola riguardo quest’ultima società.
Squadre in campo
Pierre de Frédy, barone di Coubertin, fondatore dei moderni Giochi Olimpici scriveva che «La cosa importante nei Giochi Olimpici non è vincere ma partecipare. La cosa essenziale nella vita non è conquistare ma combattere bene». La frase può essere applicata a una realtà sportiva esistente nelle Marche; nel capoluogo marchigiano, infatti, da qualche tempo, è attivo «il progetto di una scuola di calcio che rivendica il diritto allo sport in grado di fornire un’esperienza educativa di integrazione sociale riconoscendo e garantendo a tutti un costo ragionevole, valorizzando il background culturale e le caratteristiche fisiche e psicologiche di ciascuno».
L’amichevole con l’Ascoli
Si rivolge principalmente a bambini dai 5 ai 12 anni (sono già 100 gli iscritti all’associazione, 70 dei quali giovani) ed ha tra le sue finalità anche quella di combattere le discriminazioni di ogni tipo, anche di genere. La squadra dorica ha già partecipato a diverse iniziative tra le quali un incontro amichevole con le coetanee dell’Ascoli.
La scuola è l’Ancona Respect che mira alla lotta alle discriminazioni e ha come proposito l’integrazione e la reciproca conoscenza, grazie all’attività motoria, favorendo la socializzazione con l’esaltazione del senso di amicizia e solidarietà tra giovani di diversa provenienza. Il nome Ancona Respect deriva da quello della campagna internazionale della Uefa (è l’unione delle associazioni calcistiche europee) contro il razzismo e le discriminazioni nel calcio.
Il progetto prevede la partecipazione a campionati di base della Figc, anche con una squadra di calcio femminile. La realtà del calcio femminile è ormai consolidata nella nostra regione ed è in continua espansione, con la partecipazione di squadre a campionati di rilievo extra-regionale; sono le squadre che fanno attività con i giovani e partecipano a campionati di base, però, che creano l’humus per il continuo progresso di questo sport.
È proprio questo l’aspetto più interessante dell’assunto.
Tifosi
La squadra femminile ha partecipato già ad alcune gare, perse ma avendo sempre il supporto di tifosi che credono nel progetto (nell’ultima partita, sostenuta a Pesaro, c’erano più di 150 supporter al loro seguito, arrivati con pullman e mezzi propri). Questo per ribadire la valenza educativa e promozionale dell’idea: si parla tanto di integrazione ma poi si fa ben poco per favorirla. Partecipare a un incontro di calcio, per una squadra composta da giocatrici di etnie diverse, in un contesto differente da quello familiare, in un ambiente “amico” è molto gratificante e può sicuramente favorire la comprensione e l’integrazione sociale. L’attività sportiva agonistica a livello amatoriale e quella ricreativa sono potenti canali educativi, che promuovono uno stile di vita sano e l’inclusione sociale.
Il prossimo impegno della squadra femminile, come detto, è domenica per un incontro della Coppa Italia Eccellenza femminile, al campo comunale “Pirani” di Grottammare contro il team sambenedettese di mister Pompei che ha nella sua rosa giocatrici di esperienza. La partecipazione all’evento di un pubblico numeroso sarebbe il miglior viatico per i promotori di queste iniziative e per i partecipanti stessi.
Calcio a 5 femminile, La storica promozione in A2 del Futsal Prandone
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati