La conferenza stampa congiunta in cui era stata annunciata l’interrogazione. Da sinistra: Pietro Frenquellucci (Pd, vice presidente del Consiglio comunale), Francesco Ameli (capogruppo comunale del Pd), Pietro Perini (presidente provinciale Associazione partigiani), Angelo Procaccini (segretario comunale del Pd), Emidio Nardini (consigliere comunale di “Ascolto e Partecipazione”)
L’avevano annunciato nel corso di una conferenza stampa congiunta alla libreria Rinascita. E l’hanno fatto. E’ l’interrogazione promossa dal Partito Democratico, sostenuta da “Ascolto e Partecipazione”. A quel tavolo c’era anche l’Associazione partigiani (Anpi), con il presidente provinciale Pietro Perini, che, come promesso, si è subito rivolta all’avvocato Mauro Gionni per la denuncia di quanto accaduto lo scorso 28 ottobre in un ristorante di Acquasanta Terme dove si è svolta una cena celebrativa della “Marcia su Roma”. Un locale in cui erano presenti, tra gli altri, anche il sindaco Marco Fioravanti, il suo vice Gianni Silvestri, il parlamentare di Fratelli d’Italia Francesco Acquaroli, il coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia nonchè vice sindaco di Acquasanta Luigi Capriotti il quale si è successivamente assunto le responsabilità di quanto avvenuto. Sono stati giorni di furibonde polemiche, evidentemente non ancora terminate. Anzi.
Palazzo Arengo
Questo il testo dell’interrogazione presentata in Comune: “In data 28 ottobre 2019, stando a quanto riportato dalla stampa, si è svolta ad Acquasanta Terme una cena, e su dei dépliant compariva la scritta “28 ottobre 1922 giorno memorabile e indelebile, la storia si rispetta e si commemora”, evocativa senza ombra di dubbio della Marcia su Roma. Nelle pagine interne dei dépliant distribuiti nell’occasione veniva riportato il logo di Fratelli d’Italia e sotto la dicitura “Per l’onore dell’Italia sezione di Acquasanta Terme”, oltre ad effigi riguardanti il ventennio fascista. Dalle foto pubblicate dalla stampa risulta essere presente appesa nei locali anche la bandiera di Fratelli d’Italia e la presenza (dichiarata dallo stesso) del sindaco Fioravanti e di altri importanti esponenti del mondo politico locale. Risulta evidente che il fatto è gravissimo, non soltanto come episodio celebrativo, ma per la circostanza che al suddetto evento come riportato pocanzi hanno partecipato anche autorità locali. Una cosa è esprimere il proprio pensiero – prosegue – un’altra è violare la legge celebrando pubblicamente con simboli, atteggiamenti e comportamenti un ventennio di dittatura che tanti mali e lutti ha portato all’Italia. L’annoso evento ha assunto connotazione nazionale, gettando discredito nei confronti della comunità locale e marchigiana”.
La cena finita nel mirino
Poi le richieste: “Si interroga il sindaco per sapere: se conferma di aver partecipato alla cena del 28 ottobre, e quali sono state le circostanze della partecipazione; se ha partecipato anche il vice sindaco Gianni Silvestri; se è vero che il sindaco si è fermato ad Acquasanta per la cena di ritorno da Roma come riportato da alcune fonti di stampa; se ha preso immediatamente le distanze dall’evento condannandolo già nel corso della cena; se e come ha tempestivamente messo al corrente i vertici del suo partito dell’utilizzo non autorizzato del simbolo del partito stesso; se ha chiesto o chiederà, e quando, dall’alto del suo ruolo politico di sindaco ed ex candidato al Parlamento, che vengano adottati i provvedimenti inevitabili e conseguenti nei confronti degli organizzatori dell’evento in cui è stato illegittimamente a suo dire esposto il simbolo del partito; come intende recuperare il discredito causato al nostro territorio e alla città dall’iniziativa a cui ha partecipato; quali iniziative intende mettere in atto affinché possa essere onorata la storia della città e della Provincia di Ascoli Piceno, onorate con la medaglia d’oro al valor militare per attività partigiana; se intende rassegnare le proprie dimissioni”.
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