di Renato Pierantozzi
Dalla proroga dello stato di emergenza fino al 2024 e dei contratti del personale in servizi nei comuni completamente distrutti (fino a 72 mesi) a nuove assunzioni (fino a 600 unità) e fino Sono alcune delle richieste (in totale 35) dei sindaci dell’Anci per modificare il recente “Decreto Sisma“ (leggi l’articolo) in fase di conversione in Parlamento. Si tratta di istanze ritenute “fondamentali” per sbloccare l’impasse della ricostruzione. La delegazione dei sindaci è stata ricevuta in audizione alla Camera dei Deputati martedì scorso a Roma. «Apprezziamo un decreto in cui, finalmente, si parla solamente del sisma del Centro Italia -dice il presidente dell’Anci Marche, Maurizio Mangialardi– Ma vogliamo essere chiari: questa è l’ultima occasione per fare in modo che parta davvero la ricostruzione, che altrimenti rimarrà solo elemento di polemica tra le forze politiche. Qui ci sono i sindaci che vogliono osare, il Parlamento osi insieme a loro».
L’audizione dei sindaci a Roma (Foto Anni)
Presenti anche i primi cittadini di Amatrice (Fontanella), Arquata del Tronto (Petrucci), Norcia (Alemanno) e Teramo (D’Alberto) – in merito al decreto Sisma. «Poniamo alcuni temi principali nel documento che consegniamo, che è il risultato e la cifra del ritardo di un percorso che va avanti da ormai tre anni. Per prima cosa – ha detto Mangialardi – occorre intervenire sul personale, prorogando oltre i 36 mesi i contratti in essere. Altra proroga serve alla fase emergenziale che chiediamo sia estesa fino al 2024». Mangialardi ha poi chiesto “che vengano assegnati i segretari comunali anche ai piccoli Comuni del cratere” insieme a
Il sindaco Aleandro Petrucci (Foto Andrea Vagnoni)
“norme più semplici su ricostruzione pubblica e privata, magari ripetendo lo schema efficace seguito col Ponte Morandi di Genova”. E poi la ripresa socio-economica dei territori che secondo il sindaco di Senigallia deve passare “da zone franche e zone economiche speciali, altrimenti ricostruiremo solo bei presepi senza vita». Anche il sindaco di Arquata del Tronto, Aleandro Petrucci auspica una modifica del testo. «Ci siamo riuniti come sindaci varie volte coordinati all’interno dell’Anci – ha ricordato – e questo che presentiamo è un documento limitato alle richieste indispensabili. Non ci interessano i colori politici – ha rimarcato Petrucci – ma solo vedere accettate le nostre istanze. Nel mio Comune abbiamo tolto 280mila tonnellate di macerie e altre 100 ne restano. Il paese è tutto crollato. Senza una mano e senza questi emendamenti non ce la potremo fare».
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