di Bruno Ferretti
Dopo le prime dodici giornate (quasi un terzo di campionato è alle spalle) la classifica della Serie B é ancora corta. Solo 6 punti dividono la zona playoff (Chievo e Salernitana a 18) da quella playout (Cosenza e Spezia 12). In vetta il Benevento ha accumulato quattro punti di vantaggio sul Crotone secondo, ma non é una fuga. In coda il Trapani si é staccato di tre punti rispetto alle rivali, ma può recuperare. Tutto resta apertissimo.
Paolo Zanetti
«Dobbiamo crescere per diventare squadra. Siamo sulla buona strada ma bisogna insistere e lavorare ancora tanto». È un concetto che mister Zanetti ha detto e ripetuto in ogni occasione, fin dalle prime giornate di campionato quando l’Ascoli vinceva ed era primo in classifica. Il tecnico veneto lo ha sempre considerato fondamentale, per progredire e raggiungere certi traguardi. Vero è che l’Ascoli visto all’opera nelle ultime settimane é ancora piuttosto lontano dall’obiettivo. La squadra va a sprazzi, alterna fasi di prevalenza sull’avversario ad altre fin troppo passive. A volte sembra in grado di dominare, ma poi si disunisce e va in affanno. L’Ascoli non riesce ad esprimere con continuità un gioco corale e qualcuno sembra andare per conto proprio, magari guidato dall’istinto o dalla generosità. Insomma il contrario del “giocare da squadra” tanto auspicato da Zanetti.
Una squadra di calcio é simile, concettualmente, a un’orchestra dove ogni musicista ha uno spartito da seguire con il proprio strumento. E le musiche prodotte da ciascuno sotto la guida del maestro (nel calcio é il trainer), unite insieme, diventano sinfonia.
Tornando al pallone, il solista serve a poco, a meno che non sia in grado di far vincere le partite da solo con le sue giocate, le sue geniali invenzioni. Ma giocatori in grado di fare questo sono sempre più rari, e nell’Ascoli non ci sono. È una razza in via di estinzione.
Giocare di squadra non significa solo scambiarsi il pallone con i passaggi, ma anche aiutarsi, correre a recuperare il pallone perso da un compagno, mettere le proprie capacità al servizio del collettivo, non pensare al colpo di tacco per ricevere applausi, sacrificarsi per rincorrere gli avversari. Quando l’Ascoli saprà ritrovare compattezza e l’entusiasmo delle prime partite, il suo rendimento crescerà e i risultati torneranno a sorridere.
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