Giampaolo Migliarelli
Si chiamava Giampaolo Migliarelli, aveva 54 anni ed è l’uomo deceduto nella notte tra il 2 e il 3 dicembre, nel reparto Rianimazione dell’ospedale “Mazzoni” di Ascoli. Ha donato fegato, reni e cornee: un gesto di grande generosità voluto proprio da una persona che nella vita aveva spesso espresso questa sua volontà. La moglie e i figli quindi, nel peggiore dei momenti come è stata la lapidaria sentenza di morte celebrale comunicata loro dai sanitari, non hanno avuto dubbi. Senza esitare, hanno scelto di dare ad altre persone una speranza di vita. Migliarelli, padre di due ragazzi di 18 e 14 anni, era originario di Montegallo e residente a Montefortino.
Si era sentito male, improvvisamente, la sera di mercoledì 27 novembre scorso. Portato d’urgenza al “Mazzoni”, non ha più ripreso conoscenza. Giampaolo era molto conosciuto nell’entroterra piceno e fermano perché lavorava alla Whirlpool di Comunanza, ma anche nell’ambiente calcistico delle due province, in quanto dirigente della società sportiva Sibillini United, che fa calco a Comunanza e nella quale milita uno dei figli, il portiere della squadra.
Un bell’esempio, nella vita e nella morte, da lasciare a tutti i giovani che sosteneva nello sport. In una recente manifestazione calcistica che si è tenuta ad Ascoli aveva conosciuto Paolo Cappelli, presidente provinciale dell’Aido (Associazione italiana donatori di organi) di Ascoli, anche da una vita nel mondo del calcio. E’ stato quest’ultimo a voler ringraziare i familiari, personalmente e anche a nome dell’associazione che rappresenta. Poi ha contattato l’Aido di Fermo, presieduta da Eugenio Monaldi, competente territorialmente in quanto Migliarelli abitava a Montefortino.
Il funerale di Giampaolo si tiene mercoledì 4 dicembre alle ore 14,30 nella chiesa di Sant’Andrea di Montefortino. Accanto alla bara non mancherà il labaro del gruppo comunale dell’Aido di Amandola che sarà rappresentato al rito dal vice presidente Giuseppe Mancini.
Muore a 54 anni colpito da ictus e dona fegato, reni e cornee: il trapianto nella notte al “Mazzoni”
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