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Maxi frode con fatture false,
sequestri preventivi per 11 milioni
Nei guai anche un commercialista
(Video)

INDAGINE della Guardia di Finanza partita da controlli in aziende della provincia di Macerata. Il professionista ha studi a Civitanova e Tolentino. Il meccanismo illecito veniva realizzato tramite società cartiere che gonfiavano i costi delle imprese reali
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Il video dell'operazione

di Gianluca Ginella

(Foto di Fabio Falcioni)

Frode fiscale milionaria tramite aziende cartiere e fatture false: 11 milioni di euro i sequestri preventivi chiesti dalla procura, sette gli indagati: sei imprenditori cinesi e un commercialista ritenuto il «direttore d’orchestra» delle operazioni illecite. Indagine della Guardia di Finanza della ìTenenza di Camerino, coordinata dal procuratore Giovanni Giorgio e dal sostituto Vincenzo Carusi. Tutto è cominciato da un controllo in due aziende, una a Camerino e l’altra a Tolentino. Oltre che la provincia di Macerata, le imprese erano coinvolte a Firenze, Prato, Roma.

Il colonnello Amedeo Gravina

Lo stesso errore di stampa nei prestampati delle fatture in due aziende che in teoria non avrebbero dovuto avere niente a che fare l’una con l’altra. E invece avevano gli stessi clienti, la stessa persona che teneva la contabilità e pure quell’errore di stampa troppo sospetto. E’ da qui, dai controlli in due aziende, una a Camerino, l’altra a Tolentino, che sono partite le indagini della tenenza della Finanza di Camerino, comandata dal capitano Alessandro Tomei. Era il 2016 e i finanzieri, con l’operazione “Grande muraglia”, hanno ricostruito che esisteva un sistema verticistico, con a capo sei imprenditori cinesi, che avevano in mano sia aziende reali che si occupano di commercio di abbigliamento e scarpe che poi finiscono in vari punti vendita della provincia, della regione e anche in Italia, sia aziende cartiere (intestate a prestanome, di solito operai cinesi che dopo un paio di anni le chiudevano). Una indagine che coinvolge imprese che si trovano sia nel Maceratese che in altre province: Firenze, Roma, Prato. Due dei sei cinesi indagati vivono in provincia, uno a Tolentino, l’altro a Civitanova. Il sistema prevedeva che le società cartiere emettessero fatture per operazioni inesistenti verso le imprese reali che in questo modo gonfiavano i costi realizzando risparmi fiscali. «Alcune imprese avevano dei fatturati veramente importanti, per alcune superano i dieci milioni di euro» spiega il capitano Tomei.

La mappa di imprese e punti vendita

Le aziende reali pagavano anche parte delle tasse, quelle cartiere facevano solo la dichiarazione dei redditi, per evitare che scattassero controlli, ma poi non versavano il dovuto e dopo due o tre anni chiudevano all’improvviso. Con questo modo di operare le imprese cinesi riuscivano, con i risparmi ottenuti, ad espandersi. Avevano punti vendita anche nei centri commerciali, sia a Macerata che ad Ancona. Negozi di abbigliamento dove gestore o commessi sono italiani. Degli imprenditori cinesi «la mano tecnica era un commercialista» spiega il capitano Tomei. Si tratta di un commercialista che ha due studi in provincia: uno a Tolentino, l’altro a Civitanova. «Il commercialista dovrebbe avere il suo ruolo sì di supporto alle aziende – dice il colonnello Gravina –, ma per deontologia dovrebbe essere quello della difesa del mondo della giustizia fiscale. Invece qui parliamo di un professionista che faceva il direttore di orchestra».

Il sostituto procuratore Carusi dopo le indagini ha chiesto al gip un sequestro preventivo di 11 milioni di euro, finora sono stati recuperati 1,5 milioni. Sotto sequestro sono finiti 4 immobili, tra cui due villette, sei auto, una moto di grossa cilindrata e oltre mezzo milione di euro di depositi bancari. In provincia i sequestri sono stati a Civitanova: una villetta e una fabbricato. Sette gli indagati in tutto. In materia di sequestri fiscali il procuratore ha spiegato: «Oltre 20 milioni i sequestri complessivi in provincia in seguito ad alcune indagini, tanta carne al fuoco e non so se la struttura giudiziaria maceratese che soffre una carenza di organici riuscirà a reggere a questo urto di processi, ed evitare la prescrizione». Il colonnello Gravina spiega che tra il gennaio del 2018 e il 30 novembre di quest’anno sono state denunciate 297 persone in provincia (di cui 19 arrestate) per evasione fiscale.

 

Il procuratore Giovanni Giorgio e il capitano Alessandro Tomei

 


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