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Conad/Auchan,
sindacati sul piede di guerra
Il 23 dicembre sciopero
e presidio Marche-Abruzzo

L'ANNUNCIO arriva da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil. In regione sono 1.673 i lavoratori impiegati dal gruppo francese di cui circa 500 in attesa di conoscere il proprio destino. La serrata davanti alla sede di Monsampolo del Tronto
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Volantinaggio a tappeto e sciopero proprio a pochi giorni dal Natale. Sono le azioni annunciate dai sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil in merito alla situazione in cui si trovano i lavoratori Conad/Auchan. Dunque, sabato 21 dicembre volantinaggio presso tutti i punti vendita della regione e lunedì 23 dicembre alle 10 sciopero e presidio regionale di Marche e Abruzzo davanti alla sede di Conad Adriatico a Monsampolo del Tronto.

Un punto vendita Conad

«Stiamo ancora aspettando, da parte di Conad, risposte e garanzie occupazionali per i dipendenti di Auchan e Sma. – affermano le segreterie dei tre sindacati-  Ad oltre 6 mesi dall’acquisizione del gruppo francese Auchan Spa,  chiediamo con forza  di conoscere  i dettagli della riorganizzazione degli ipermercati, il modello organizzativo  e le ripercussioni occupazionali su ogni territorio, ed in particolare  vogliamo la garanzia  che sia scongiurato il  rischio che  i passaggi di ramo d’azienda isolino  una  parte dei lavoratori destinandoli al licenziamento».
«Chiediamo un piano di riorganizzazione delle sedi e della logistica, che specifichi i tempi di attuazione e le possibilità di ricollocazione, oltre alle possibili sinergie con le sedi e la logistica di Conad -è la prosecuzione-. Chiediamo inoltre di conoscere i ruoli  nei quali Conad ha ricollocato, unilateralmente, una parte dei lavoratori, discriminandone altri. Vogliamo inoltre chiarimenti sul resto della rete vendita che non sarà oggetto di passaggio a Conad mentre respingiamo l’assurda richiesta di intervenire sul  costo del lavoro su una platea di addetti che ad oggi non ha ancora la certezza del lavoro».
Nelle Marche sono 1.673 i lavoratori impiegati dal gruppo francese di cui circa 500 in attesa di  conoscere il proprio destino: la sede amministrativa, il deposito di Osimo  e i 10 punti vendita che Conad considera non performanti, fanno sapere i sindacati, non saranno infatti integrati nel sistema Conad.
«Cia di Forlì e Conad Adriatico bocciano una ampia fetta del vecchio perimetro aziendale a cui si aggiungono gli oltre 70 punti di vendita in franchising che non rientrano nell’interesse di Conad e che occupano oltre 380 dipendenti -continuano Cgil, Cisl e Uil-. E’ necessario  che il piano industriale di Conad sia esplicitato nella sua interezza senza omissioni,  declinando gli esuberi, oggi genericamente indicati, nei territori e nei singoli rami in cui il gruppo è stato spezzettato per essere ceduto e va definito un piano straordinario di ricollocazioni che ricomprenda anche i punti di vendita e le sedi».
«Ma  serve -concludono- anche un accordo quadro sottoscritto da tutte le cooperative del sistema che verifichi l’andamento  occupazionale e le condizioni di lavoro dei punti vendita che passano a Conad, visto che l’impresa ha dichiarato, rispetto a questi, altri esuberi in sospeso senza precisare in quali unità distributive si concentrino le maggiori criticità. Ci rifiutiamo infatti categoricamente di parlare di migliaia di esuberi in modo generico, senza entrare nel dettaglio rispetto a dove e per quali motivi -concludono Filcams Cgil, Fisascat Cisl eUiltucs Uil-. Perché i lavoratori sono persone e non costi, e le persone vengono prima. E’ bene che Conad non lo dimentichi ed è bene che l’amministratore delegato Francesco Pugliese scelga il tavolo sindacale e non la stampa per articolare le sue proposte di ricollocazione che ad oggi sembrano ancora vaghe dichiarazioni di intento».


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