“Disoccupati Piceni” torna a far sentire la propria voce e lo fa puntando di nuovo il dito contro i parlamentari che sono stati eletti nel Piceno parlando di «territorio sempre più diviso e abbandonato dalla politica» e di «candidati eletti che non si assumono le proprie responsabilità, con tante promesse ma pochi risultati». E aggiunge: «Noi elettori dobbiamo essere più responsabili nella scelta, per questo auspichiamo candidati preparati e pronti a lottare per migliorare il territorio». Evidente il riferimento alle prossime Regionali, la cui campagna elettorale è già decollata da mesi e sta ora entrando nel vivo.
«Abbiamo avanzato tante proposte per aiutare le famiglie, ma nessuna è stata presa in considerazione, dimenticando che ci sono disoccupati che ormai da dieci anni sono senza offerta di una occupazione o proposta di un colloquio, costretti ad arrangiarsi alla giornata».
Nel mirino di “Disoccupati Piceni” i quattro parlamentari eletti nella provincia di Ascoli: Giorgia Latini ex assessore al Comune di Ascoli, gli altri due ascolani Rachele Silvestri e Roberto Cataldi e il sambenedettese Giorgio Fede. «La maggioranza dei nostri rappresentanti – insistono – non ha capito la reale drammaticità della crisi del nostro tessuto industriale e le conseguenze sempre più evidenti, come la carenza di un lavoro che costringono numerosi giovani e meno giovani a cercare un reddito stabile fuori della nostra provincia. L’area di crisi complessa, e peggio ancora il sisma, non hanno scosso minimamente i nostri rappresentanti sia a Roma che a Bruxelles».
Quindi l’invito in vista delle Regionali 2020. «Noi cittadini dobbiamo essere più attenti e consapevoli nella scelta dei nostri rappresentanti. Tutti si presentano volontariamente – afferma “Disoccupati Piceni” – ma pochi si assumono poi pienamente le proprie responsabilità per cercare di portare miglioramenti alla vita dei cittadini. Auspichiamo cambiamenti, per uscire da questa situazione e invitiamo le varie segreterie politiche a selezionare meglio i propri candidati, non ripetendo l’errore di presentare persone che ad esempio non hanno mai partecipato a comizi e/o convegni. Serve invece – aggiunge – organizzare incontri ogni due o tre mesi sui territori al fine di informare e ascoltare i cittadini. I programmi devono essere costruiti con la base e siamo convinti che solo così si può invertire questa situazione». Infine il campanilismo. «La distanza tra costa e interno del territorio è inutile perché è ora di cominciare a mettere da parte inutili campanilismi: è arrivato il momento di parlare della provincia “Ascoli-San Benedetto”. Solo così potremo avere più peso e maggiore considerazione».
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati