Le macerie del sisma trattate al Cosmari
di Monia Orazi
Macerie del terremoto: si può ripartire con lo smaltimento, perché i siti di stoccaggio temporanei sono autorizzati sino al termine dell’emergenza. A dirlo il commissario alla Ricostruzione Piero Farabollini che ha inviato una lettera alle Regioni, dicendo che se non sono d’accordo con lui, devono ugualmente permettere «esclusa ogni possibilità di inerzia, le attività di rimozione e smaltimento delle macerie verso i centri di raccolta comunali».
Piero Farabollini
Mentre da Roma rimbalza la notizia che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, durante l’incontro con i governatori delle Regioni, vuole sbloccare la gestione delle macerie con un emendamento nel decreto “Milleproroghe” (cosa annunciata anche da Ceriscioli) e nominare un nuovo commissario straordinario alla Ricostruzione, quello che ha appena terminato il mandato, ma che per legge è in regime di proroga per 45 giorni, il geologo Piero Farabollini, prende carta e penna per far sapere ai governatori che i siti di stoccaggio temporaneo delle macerie, Tolentino, Arquata del Tronto e Monteprandone nelle Marche, sono autorizzati a lavorare sino al termine dell’emergenza, che si concluderà il 31 dicembre 2020.
Lo ha fatto oggi, con una lettera di quattro pagine, in cui fa chiarezza sulla situazione normativa ed operativa, per dire che i siti di stoccaggio temporanei hanno l’autorizzazione sino al termine dell’emergenza post terremoto.
«Questo commissario straordinario ritiene corretto interpretare che – scrive Farabollini nella lettera richiamandosi alle norme della legge 123 di conversione del Decreto sSsma – i termini di scadenza dei siti all’articolo 28 (siti di stoccaggio temporaneo, ndr) debbono intendersi prorogati, previa verifica tecnica della sussistenza delle condizioni di salvaguardia ambientale e di tutela della salute pubblica e nel rispetto delle relative norme, sino alla data di cessazione dello stato di emergenza».
Il commissario argomenta questa sua presa di posizione con alcuni punti, a partire dal fatto che nella legge 123 è stata prorogata sino a fine 2020 l’emergenza, che nella stessa legge si imponeva alle Regioni di presentare entro il 31 dicembre 2019 l’aggiornamento dei piani di gestione delle macerie, con l’indicazione chiara dei siti di stoccaggio temporaneo. Farabollini respinge anche l’interpretazione che in due diversi articoli della legge si parla di «siti di stoccaggio temporaneo» e «siti di deposito temporaneo», come se fossero due realtà separate, affermando che sono la stessa cosa e sottolinea che «non è possibile nell’interesse delle popolazioni del cratere, ed in considerazione del lasso di tempo trascorso dalla data di verificazione degli eventi sismici, assistere ad ulteriori sospensioni, delle attività di rimozione delle macerie».
Farabollini ricorda anche che in sede di conversione del decreto legge 123 sul Sisma, né Anci, né enti locali, hanno presentato proposte di emendamento. Quindi nelle ultime righe della lettera intima alle Regioni di andare avanti con lo smaltimento.
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