di Paolo Gaudenzi
“Ero intervenuto prima di Natale nel merito dell’assegnazione della Soprintendeza, ed a Roma conoscevano le necessità delle provincie coinvolte. Bisognava insediare la sede al centro della popolazione servita dall’ufficio. Se questo non avveniva, per come è accaduto, tanto valeva restare a monte con Ancona, ed è quello che si farà: restiamo con Ancona”.
Non utilizza mezzi termini il consigliere regionale Fabrizio Cesetti (foto), intervistato telefonicamente stamane da Radio Fermo 1 da parte di Paolo Paoletti nel merito dell’assegnazione della sede della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Fermo, Ascoli Piceno e Macerata finita ieri ad Ascoli.
Cesetti incalza: «Ora attendiamo il provvedimento del Ministro per conoscere le motivazioni contenute nell’atto, che non potranno di certo basarsi solo tu tecnicismi giuridici e cavilli burocratici. Carte alla mano, lancio quindi un appello ai sindaci delle città riconducibili alle province di Fermo e Macerata: di impugnare tale provvedimento. Fin da subito Ascoli è stato al vertice delle logiche del capo del dicastero competente – il congedo del consigliere regionale – legittimo, ma tale ipotesi non andava sbandierata come un’opportunità. Rispetto alla Marche del sud Fermo è oggettivamente baricentrica tra Macerata e lo stesso Piceno. Non si tratta di una delusione, si tratta di un atto di scorrettezza da parte del ministro Dario Franceschini».
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