Buco di bilancio alla Start,
le difese vanno al contrattacco:
«Era noto dal 2012»

ASCOLI - Si è svolta in Tribunale l'udienza del processo che vede imputati l'ex direttore della società dei trasporti e due rivenditori di biglietti. In aula le testimonianze dell'ex presidente Antonini e degli ex consiglieri Eleuteri e Del Bello
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Ammanchi alla Start, le difese degli imputati passano al contrattacco. Si è tenuta oggi in tribunale una nuova udienza del processo che vede imputati l’ex direttore della società Ado Paolini e i titolari di due rivendite di biglietti (Gabriele Cameli e Andrea Ciabattoni) per i mancati incassi (per quasi un milione) dei biglietti venduti. Sul banco dei testimoni sono sfilati l’ex presidente Alessandro Antonini e gli ex consiglieri di amministrazione anche della Start Plus (l’altra società pubblico-privata posseduta dalla stessa Start e da alcuni imprenditori del campo dei trasporti, ndr) Domenico Eleuteri e Pasqualino Del Bello. Era stato l’ex presidente Antonini, nel 2014, a denunciare alla Procura il buco di bilancio relativo ai mancati incassi che ha poi determinato l’avvio dell’inchiesta e quindi l’attuale processo. Secondo gli avvocati difensori (Mauro Gionni per Cameli e Sergio Gabrielli per Paolini), tuttavia, il “buco” sarebbe stato messo nero su bianco sin nel 2012 tra le pieghe del bilancio della società sottoscritto dagli amministratori dell’epoca. A riguardo l’avvocato Gabrielli ha tirato fuori anche le relative carte. Inoltre la stessa Start avrebbe vantato altri cospicui crediti anche da parte di enti pubblici e non solo dalle rivendite private.

Mauro Gionni

L’avvocato Gionni ribadisce, infine, la linea difensiva volta a sostenere l’assenza del reato di peculato nel comportamento di Cameli che “ha sempre dimostrato di voler rientrare del debito mettendo a garanzia assegni e manifestando l’intenzione di cedere un immobile del valore di 200.000 euro”. Il processo è stato poi aggiornato all’11 marzo per ascoltare i finanzieri che condussero le indagini.

rp


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