Carmen “poliziesca”, applausi e sold out
L’assessore Ferretti: «Strepitosa Beatrice Venezi»
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ASCOLI - Dopo Turandot, un altro successo pieno per la stagione della Fondazione al Ventidio Basso. Il direttore d'orchestra donna subito in sintonia con la città e il pubblico. Prossimo appuntamento con "L'Italiana in Algeri" di Rossini il 28 marzo (anteprima il 26). Apertura con "Norma" nella prossima stagione. E' tornato l'amore tra pubblico e lirica
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Atmosfera unica al Ventidio per la “Carmen”

di Franco De Marco 

(foto di Pierluigi Giorgi)

Un successone la “Carmen” di Georges Bizet in scena sabato sera nel Teatro Ventidio Basso. Era andata molto bene nell’anteprima giovani, con il Massimo senza un posto libero, e altrettanto è avvenuto nella recita ufficiale. Due sold out. Roba da tempi…antichi. Un successo pieno che fa il paio con quello del primo titolo stagionale, la “Turandot” di Giacomo Puccini, per la soddisfazione della Fondazione Lirica delle Marche della quale fa parte il Comune di Ascoli.

Beatrice Venezi

La stagione 2019-2020 si chiuderà il 28 marzo (anteprima giovani il 26) con “L’Italiana in Algeri” di Gioachino Rossini (regia di Michele Mirabelli, direttore Vincenzo Milletarì). Trattandosi di un titolo meno popolare e meno rappresentato degli altri sarà la prova del nove per il ritrovato amore degli ascolani verso la lirica.
Al termine della “Carmen” di sabato sera, firmata dal regista Paul-Emile Fourny, scene di Benito Leonori, applausi a valanga per tutti ma in particolare – era il personaggio della serata – per il direttore d’orchestra Beatrice Venezi, 29 anni, di Lucca, che già era entrata in sintonia con Ascoli presentando nel ridotto i suoi libri e cd. «E’ stata strepitosa. – ha commentato al termine l’assessore comunale alla cultura Donatella Ferretti – Ha diretto in maniera eccellente calamitando l’attenzione del pubblico. Anche lei si è subito innamorata di Ascoli. Accompagnata dal professor Stefano Papetti ha visitato la città ed è rimasta entusiasta. Questa Carmen? Bella. Innovativa. Interessante. L’ambientazione moderna (nel Teatro Opera Studio “Valeria Moriconi” di Jesi, ndr) è stata efficace. Magari qualche tradizionalista può essere rimasto deluso ma il risultato è stato ottimo».

Applausi a scena aperta

Dunque, messa in scena shock: dalla Siviglia ottocentesca ad un teatro moderno delle Marche. Con gli attori di una compagnia di prosa invece di sigaraie e soldati. Una lettura contemporanea che ha voluto evitare la caricatura spagnola puntando invece su un format di indagine poliziesca da serie anni ’60. Il finale è stato un crescendo di emozioni sino all’apparire del toro (non poteva mancare) di cartapesta.
Il pubblico ha dimostrato di gradire la trasposizione temporale. Non sono mancati anche recitativi in italiano appositamente creati in aderenza all’ambientazione e c’è stata anche la lettura, da parte di Lilas Patia, di una poesia in italiano ripresa da “I fiori del male” di Charles Baudelaire.

Mireille Lebel

Applausi per tutti i cantanti a cominciare naturalmente dal mezzosoprano Mireille Lebel (Carmen), vocalmente forse frenata dalla particolare regia, in possesso di una presenza scenica travolgente da attrice consumata, e dal tenore Enrico Casari (Don Josè) con mezzi di rispetto. Ma, come detto, tutto il pubblico era per lei, la bella e affascinante Beatrice Venezi. La sua è stata una direzione di forte impatto emotivo con sonorità marcate che hanno sottolineato la passionalità e il dramma dell’opera. Beatrice Venezi, una delle poche donne direttore d’orchestra nel mondo, è destinata ad una carriera di primo piano. Insomma una bella serata d’opera.
A breve dovrebbero essere annunciati i titoli della stagione lirica 2020-2021 con due produzioni nel Teatro Ventidio Basso che nella stagione in corso è rimasto a secco a vantaggio di Fermo e Fano. L’apertura della stagione, ad Ascoli, dovrebbe essere con la “Norma” di Vincenzo Bellini. A seguire “La Cenerentola” di Gioachino Rossini e “Ifigenia in Tauride” di Gluk.

Tutto pronto per la “Carmen”

 


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