di Andrea Ferretti
Vuoi sapere quando e dove uno (una) è nato, dove abita, che lavoro fa e quanto guadagna lui (lei) ed eventualmente la moglie (il marito), se è sposato, quanti figli ha e se sono a carico, da quando tempo risiede nel territorio, chi è il suo medico di base e chi sarà quello nuovo. Non solo, ma pure che tipo di esenzione chiede e, quindi, di che malattia soffre o che tipo di problema ha avuto. Non si tratta di un caso isolato, ma solo di un esempio eclatante di ciò che ogni giorno avviene in quasi tutti gli sportelli pubblici sparsi su tutto il territorio nazionale. Nello specifico, ci riferiamo a quelli della Sanità. La privacy, parola magica dalle mille sfaccettature, significati e applicazioni, risulta sempre più spesso inesistente anche se nominarla ha sempre il suo fascino e fa un certo effetto.
Un piccolo ma emblematico esempio arriva dall’ospedale “Mazzoni” di Ascoli. Al piano terra, a pochi metri dalla sbarra dell’ingresso principale e dalla fontana, proprio sotto il loggiato, c’è l’ufficio “Anagrafe Assistiti”. Qui le persone si recano perlopiù per cambiare il proprio medico di base oppure per richiedere l’esenzione del ticket. Nella stanza di attesa c’è una macchinetta che distribuisce i numeri per evitare la ressa e diciotto sedie che, alla fine, bastano e avanzano. Poi ci sono quattro sportelli di cui due, tre sempre funzionanti. Dietro un doppio vetro, probabilmente anche a prova di proiettile, l’addetto (addetta) di turno che svolge il proprio lavoro seguendo le direttive. Che qualche domanda la prevedono per forza. Ergo: inevitabile le risposte dell’utente di turno. Parlare sottovoce è impossibile ma, per una reciproca comprensione, sia l’utente (soprattutto) che l’addetto sono costretti ad alzare il tono della voce rendendo di fatto pubblico tutto quello che pubblico non può e non deve essere. Va dunque in scena la violazione della privacy che, vale la pena ricordarlo, è un reato.
Come ovviare? Molto semplice. Basterebbe organizzare l’ufficio con l’assistito di turno che entra in una stanzetta dove si trova, da solo, al cospetto dell’addetto. Con il numero delle stanze pari agli attuali sportelli, non cambierebbe nulla. Per realizzare questo sono sufficienti un geometra, due muratori, qualche pannello di cartongesso e, soprattutto, un po’ di buonsenso e di buona volontà da parte di Area Vasta 5.
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