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Coronavirus, Tribunale blindato:
giudici a lavoro da casa
e uffici aperti su appuntamento

EMERGENZA CORONAVIRUS - Inasprite le misure anti contagio: potranno entrare soltanto le persone coinvolte nei procedimenti urgenti in programma. Anche per gli avvocati l'ingresso sarà consentito previa valutazione dei direttori e dei funzionari
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di Renato Pierantozzi

Si rafforzano in modo significativo le misure di sicurezza al Tribunale di Ascoli per evitare i rischi da contagio da coronavirus. Dopo i provvedimenti dei giorni scorsi (leggi l’articolo) il presidente Luigi Cirillo ha emanato un nuovo provvedimento che resterà in vigore fino al 22 marzo.

Il presidente Luigi Cirillo (Foto Vagnoni)

I punti del provvedimento sono sette e sono volti soprattutto a scongiurare l’afflusso di persone al Palazzo di Giustizia di piazza Orlini ad eccezione delle udienze non rinviabili come quelle penali relative a persone già arrestate. Anche gli avvocati, se non avranno udienza, potranno entrare “previa valutazione dei direttori e dei funzionari”. In particolare, il presidente ha ribadito che fino a tutto il 22 marzo ciascun magistrato (togato, onorario o Giudice di Pace) dovrà trattare solo gli “affari urgenti” comunicando anche l’elenco ai servizi di sicurezza per i necessari controlli. I giudici inoltre potranno lavorare in remoto (da casa quindi) senza recarsi in ufficio a meno che non ci siano da comporre collegio destinati alla trattazione degli affari dichiarati “urgenti”. Inoltre gli stessi magistrati sono tenuti a cominciare alle cancellerie l’elenco dei fascicoli (penali e non) da rinviare in modo da consentire il controllo delle parti interessati agli ingressi. “Stretta” anche sugli ingressi al Palazzo di Giustizia.

L’interno del Palazzo di Giustizia (Foto Vagnoni)

«Chiunque intenda accedere -afferma il presidente- alle sedi degli Uffici è tenuto a fornire agli addetti al Servizio di Sicurezza appositamente incaricati la propria identità ed un proprio documento di riconoscimento e ad indicare il numero di procedimento per il quale chiede di accedere ai locali dell’Ufficio onde consentire di verificare se quel determinato procedimento rientri o meno tra quelli per i quali sia prevista la trattazione in ogni singola giornata, con conseguente divieto di accesso a coloro che siano interessati a procedimenti già rinviati d’ufficio e con limitazione dell’accesso alle sole parti e difensori per gli eventuali procedimenti da rinviare in udienza e, per quelli da trattare in via di urgenza, anche ai terzi chiamati, di necessità, a partecipare alla singola udienza, se del caso con i necessari contingentamenti in modo da evitare assembramenti vicino all’aula di udienza medesima». Anche gli avvocati per gli atti o adempimenti non di udienza “sono tenuti a prendere, anche per via telefonica o telematica, con i relativi uffici di interesse, apposito appuntamento e ad indicare, all’atto dell’accesso, al personale del Servizio di Sicurezza l’ufficio ove siano diretti ed il tipo di atto o adempimento per il quale chiedano l’accesso, onde consentire gli opportuni controlli e raffronti prima di concedere l’accesso medesimo, il tutto con valutazione dei direttori e funzionari preposti a capo delle varie articolazioni interessate”. Il provvedimento è consultabile qui.


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