Mister 5 scudetti, tutti targati Juve, uomo del nord, é rimasto nella sua abitazione di Grottammare in attesa di sviluppi. Simone Padoin vive con la moglie Valentina e i tre figli Andrea e Daniele, due gemelli di 5 anni, e Gabriele di 3 anni e mezzo. «I miei genitori sono a Gemona, mio fratello a Udine, suoceri e cognati a Bergamo, tutti fra le zone più colpite dall’epidemia. Al telefono – dice Padoin – mi raccontano che lassù la situazione é ancora di grandissima emergenza, con ambulanze che attraversano di corsa la città a sirene spiegate».
Padoin ha risposto presente alla chiamata di Roby Facchinetti che ha dedicato “Rinascerò rinascerai” a Bergamo
«I miei figli sono piccoli e non si rendono conto di quanto è accaduto. Quando mi vedono uscire con la mascherina per andare a fare la spesa mi guardano incuriositi. Mia moglie ed io cerchiamo di spiegare cosa è accaduto. Qui in giro non c’è nessuno, per questo faccio i complimenti alle persone del posto. Io esco una volta a settimana per fare la spesa per la famiglia».
«Mi alleno come posso dentro casa utlizzando strumenti e attrezzi da palestra; acquistati nel corso degli anni come cyclette, tapis roulant e altro – prosegue Padoin- gioco con i bambini per non farli annoiare. L’altro giorno è stato il mio compleanno. Niente di paticolare: quando sono tornato dalla spesa, per festeggiare, mi hanno fatto trovare palloncini azzurri e mia moglie ha preparato un dolce al cioccolato. La cosa peggiore, quella più angosciante, è che non si può capire quando questo terribile incubo finirà».
“Rinascerò rinascerai” è il titolo della canzone dell’ex Pooh Roby Facchinetti, dedicata alla rinascita di Bergamo. Padoin, bergamasco di adozione, appare nel video con un cartellone in mano. «Mi ha chiamato Yuri, genero di Facchinetti, e subito ho aderito» dice l’ex Juve, con un velo di comprensibile amarezza.
Come cambierà il calcio? «Non penso che tornerà come prima, ora si vede tutto nero. Quando si è fermato, in tanti hanno detto come prima cosa che i calciatori guadagnavano tanto e dovevano ridursi gli ingaggi. In questo momento – conclude Padoin – è compito di ogni componente dover rinunciare a qualcosa. Anche lo Stato deve fare la sua parte, non solo i giocatori. Il calcio è un’industria che dà da mangiare a tante persone. Noi giocatori siamo i primi a voler dare una mano al nostro calcio».
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati