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Un fondo per combattere l’emergenza
A Venarotta il sindaco rinuncia
all’indennità fino a settembre

EMERGENZA CORONAVIRUS - Il piano è stato varato durante l'ultima giunta. Ai 13.000 euro elargiti dallo Stato si aggiungono i 10.000 euro ricavati dal bilancio comunale e i 4.000 euro donati dal primo cittadino Fabo Salvi. I soldi serviranno per i buoni spesa
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Un fondo emergenza per combattere il Covid. Lo ha istituito il Comune di Venarotta durante l’ultima giunta. Il piano di azione mira a far fronte alle esigenze sociali ed economiche legate all’emergenza epidemiologica. A dare l’annuncio è il sindaco Fabio Salvi.

Fabio Salvi

«Abbiamo istituito il fondo grazie ai 13.000 euro che ci ha dato lo Stato, a cui abbiamo aggiunto 10.000 euro ricavati dal bilancio comunale, volendo esprimere con i fatti il ruolo attivo del nostro Comune nel gestire la problematica locale -spiega Salvi-. Infine, 4.000 euro come rinuncia totale alla mia indennità da sindaco fino a settembre 2020. Con i miei collaboratori abbiamo deciso che il primo a fare un ulteriore sacrificio per la comunità possa essere il primo cittadino, rinunciando ad ogni indennità nel periodo di emergenza».
Al fondo possono aggiungersi le donazioni libere che possono effettuarsi utilizzando l’Iban IT65 H 0306969700100000000326 intestato al Comune di Venarotta con causale “Donazione emergenza Covid”. Gli aiuti sono fiscalmente detrabili.
«Le somme saranno utilizzate per i buoni spesa secondo modalità che stiamo definendo in accordo all’ambito sociale territoriale e agli altri comuni del Piceno, l’avviso pubblico sarà disponibile da lunedì 6 aprile -continua il sindaco-. E’ importante sottolineare che verrà chiesta un’autocertificazione e che le dichiarazioni saranno oggetto di successivi controlli e verifiche».
«Dovranno essere rispettati dei parametri oggettivi legati ai redditi dei nuclei famigliari -ribadisce Salvi, che poi specifica- Non è il sindaco che assegna i buoni a sua discrezione, come detto ci sono dei criteri di reddito da rispettare e certificare. Non si tratta di somme che saranno versate nei conti correnti ma di buoni spesa per alimentari o medicine, che possono essere usati solo per quello e solo nei punti vendita del paese che aderiranno ad apposita convenzione e che saranno resi noti in seguito. I buoni saranno proporzionali al numero di componenti del nucleo famigliare e non rappresentano un aiuto sociale stabile ma una misura “una tantum” per gestire il momento dell’emergenza».
Le somme che rimarranno disponibili al termine della prima fase saranno usate dal Comune per ulteriori interventi rivolti alla comunità. Inoltre, al fine di supportare al meglio anche le famiglie terremotate si è provveduto al pagamento del Cas di febbraio.


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