di Benedetto Marinangeli
E’ sempre più nebuloso il futuro della serie C. La situazione economica delle società potrebbe fare deflagrare tutta la categoria. Lo stop forzato del campionato, la problematica relativa agli stipendi dei calciatori, le difficoltà oggettivi e finanziarie dei club sono state oggetto dell’assemblea di Lega di venerdì scorso ed un’altra è fissata per il 20 di aprile.
La questione stipendi è ancora ben lontana dall’essere definitiva con il presidente dell’ Aic, Damiano Tommasi, che in tal senso è esplicito. «La nostra preoccupazione – dice – è quella di tutelare i redditi più bassi, non solo quelli dei calciatori di Lega Pro, campionato dove il 70% di loro guadagna meno di 50mila euro lordi annui, ma anche dei dilettanti e del calcio femminile. Dobbiamo capire se le risorse che si riescono a risparmiare nel sistema possano servire da copertura per gli stipendi minori. Sono tantissimi ragazzi che oggi non hanno una prospettiva davanti perché non sanno quando e se si tornerà a giocare: il rischio di chiudere anticipatamente è alto e per molti che vivono di calcio è un problema».
Anche l’amministratore delegato del Monza, Adriano Galliani, è intervenuto nella trasmissione La politica nel pallone, in onda su Radio Rai sulla questione. «Il dieci per cento di riduzione dei compensi- afferma – su dieci mensilità percepite da un giocatore, significa aver tolto un mese, ovvero dalla metà di marzo fino alla metà di aprile, il periodo in cui non si sta giocando. L’ideale sarebbe trovare una soluzione condivisa sul tema ma non è semplice perché c’è una differenza enorme tra i vari club di Serie C. Il Monza, ad esempio – aggiunge – non ha nessun giocatore che prende meno di 50.000 euro lordi a stagione. La C perde 120 milioni di euro all’anno, tutte perdite che vengono coperte direttamente dai presidenti. La situazione post-coronavirus impedirà a questi sessanta presidenti di mettere quei soldi nel calcio perché la priorità saranno le proprie aziende. La Lega Pro, così come la Serie D, svolge principalmente una funzione sociale perché serve a togliere dalla strada tanti ragazzi e permette a molti giovani di fare sport e crescere a livello umano, questa funzione deve essere riconosciuta».
In casa Samb il presidente Franco Fedeli ha affermato di volere pagare tutti gli stipendi fino al termine della stagione, rispettando tutti gli impegni. Anche perché vuole chiudere in bellezza la sua esperienza in riva all’Adriatico. Il patron romano ha confermato la sua volontà di chiudere con il club rossoblù ma ad oggi non c’è in ballo alcuna trattativa concreta. E con la crisi economica che sarà determinata dal coronavirus, difficilmente ci saranno imprenditori che puntino ancora ad investire nel calcio.
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