«Avevo preso mezza giornata di ferie per andare alle Poste e spedire un pacco. Dopo una fila di tre ore, sotto il sole, ci è stato detto, a me e ai tanti altri in fila, che l’ufficio chiudeva alle ore 13,35. Vi pare accettabile? Domani ci riprovo. Prendo un’altra giornata di ferie». Si rivolge a “Cronache Picene” per segnalare l’accaduto una nostra lettrice. La quale sottolinea: «Capisco benissimo l’emergenza coronavirus che coinvolge tutti e tutti i servizi. Tutti ci dobbiamo sacrificare e rispettare le prescrizioni. Però non mi pare opportuno che nel capoluogo piceno, rimangano aperti, esclusivamente al mattino, solo le Poste centrali in via Crispi e le Poste di viale Indipendenza. Almeno un altro ufficio, decentrato, nella zona di Monticelli, ci vuole».
La nostra lettrice descrive una situazione davvero disagevole che tra l’altro comporta anche una circolazione di persone che andrebbe limitata al massimo. Poi, almeno, se ci vede che si forma una fila particolarmente lunga, impossibile da smaltire, non sarebbe opportuno avvisare? Si può certamente ritrovare una modalità tale per limitare al minimo il disagio. «La fila questa mattina – prosegue il racconto – arrivava da viale Indipendenza alla stazione ferroviaria. Tutti in paziente attesa per tre quattro ore sotto il sole. Naturalmente rispettando le distanze di sicurezza. Ma gli operatori di viale Indipendenza non ce l’hanno fatta, non ce la potevano fare, a smaltire tutte le richieste e le persone in attesa, allo scadere dell’orario, sono dovute tornare a casa con un comprensibile disappunto».
Nel capoluogo piceno gli uffici postali rimasti aperti sono solo due, appunto quelli di via Crispi e viale Indipendenza, ed entrambi applicano il monoturno mattutino.
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