Covid-19, la Lega:
«Anticipo del fermo biologico
e subito rimborsi arretrati
per i pescatori»

EMERGENZA CORONAVIRUS - Presentata una interrogazione alla ministra Bellanova. Scendono in campo anche Andrea Maria Antonini, responsabile regionale enti locali e coordinatore provinciale di Ascoli, e Laura Gorini, cordinatrice a San Benedetto
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«La pesca non è la cenerentola della filiera alimentare: il Governo accolga le proposte della Lega, portavoce delle istanze di tutto comparto ittico, e faccia coincidere il fermo pesca biologico con lo stop straordinario per il Covid-19 ed acceleri il pagamento di oltre due anni di arretrati. Dopo il fermo forzato per il virus, lo stop imposto nei mesi estivi rischia di dare il colpo di grazia ad armatori, grossisti, marittimi e anche al comparto turistico».

Lo afferma l’onorevole Tullio Patassini, firmatario dell’interrogazione presentata dai componenti leghisti della Commissione Agricoltura alla ministra Bellanova, ennesima sollecitazione leghista rimasta senza risposta mentre la crisi delle marinerie delle Marche si aggrava.

«Con i mercati ittici e l’80 per cento delle pescherie chiusi per l’emergenza la gran parte dei pescherecci è ferma o ha ridotto drasticamente l’attività – spiega Laura Gorini coordinatore del Carroccio a San Benedetto – liquidano ora i premi alle imprese per il fermo 2017: con quali soldi armare le barche? Insostenibili i costi di manutenzione e gestione a fronte del crollo della domanda».

Le fa eco Andrea Maria Antonini, responsabile regionale enti cocali della Lega e coordinatore provinciale ad Ascoli: «Molte aziende puntano sulla liquidazione del premio per far fronte al pagamento dei lavori di bordo effettuati nell’anno precedente e per il pagamento del gasolio dare ossigeno a un comparto che sta soffrendo è necessario e urgente anche a tutela dell’occupazione visto che potrebbero essere un sollievo importante per molte imprese di pesca, in particolare quelle con più dipendenti».

 

“Continueremo a premere senza sosta sul Governo che fa orecchie da mercante con un ministro che, per formazione e affinità, preferisce occuparsi di regolarizzare la manodopera agricola straniera che di far sopravvivere la marineria italiana – conclude Patassini – Solo così le marinerie marchigiane potranno guardare al futuro con maggior serenità e contribuire al richiamo turistico delle Marche grazie a prodotto fresco dell’Adriatico, tra i più apprezzati sulle tavole italiane.”


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