Lorenzo Alesi: «Così non va,
la mia ricetta per rilanciare Monte Piselli»

ASCOLI - Parla il presidente regionale del collegio dei maestri di sci: «Negli ultimi tre anni la situazione è stata questa: nel 2017 c'è stata nevicata di 80 cm il 4 dicembre e il collaudo degli impianti è avvenuto il 30 dicembre. Nel 2018 ha nevicato a fine novembre e il collaudo c'è stato il 26 dicembre. Nel 2019, infine, è stato fatto il bando per 4 anni, ma poi ci sono stati i ricorsi. Si vede che c'è qualcosa che non va e magari questa non è la forma migliore di gestione»
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di Renato Pierantozzi

Lorenzo Alesi

Presidente del collegio regionale dei maestri di sci, esploratore, sciatore professionista, allenatore e protagonista di spot e reportage in tutto il mondo rigorosamente in montagna. L’ascolano Lorenzo Alesi interviene sul passato, presente e futuro della stazione sciistica di Monte Piselli, “croce e delizia” degli sciatori di casa nostra che quest’anno tra ricorsi, carte bollate, meteo e lockdown non ha mai aperto i battenti. «Dobbiamo abituarci sempre di più ai cambiamenti climatici -esordisce Alesi- che di fatto stanno cambiando anche la stagionalità. Stiamo notando una velocità sempre maggiore relativamente ai cambiamenti del meteo che prima era pià stabile. Ora invece si passa da una settimana di neve ad una con temperature più alte e poi di nuovo al freddo. Per non parlare poi della situazione dei ghiacciai che è sconvolgente».

Tornando a Monte Piselli che idea si è fatto dopo gli avvenimenti di questa stagione (leggi l’articolo)?

«La mia idea è molto semplice. Una gestione affidata a 8,9 enti con due Regioni rende il quadro molto complesso. Negli ultimi tre anni la situazione è stata questa: nel 2017 c’è stata una nevicata di 80 cm il 4 dicembre e il collaudo degli impianti è avvenuto il 30 dicembre. Nel 2018 ha nevicato a fine novembre e il collaudo c’è stato il 26 dicembre. Nel 2019, infine, è stato fatto il bando per 4 anni, ma poi ci sono stati i ricorsi. Si vede che c’è qualcosa che non va e magari questa non è la forma migliore di gestione. Il turismo montano non è improvvisazione, ma deve essere pianificato in un contesto più ampio, con competenze specifiche, investimenti anche sulle persone per valorizzare l’area».

Che fare allora?

«Monte Piselli è una delle stazioni più belle e più strane e non lo dico perché sono ascolano. Una terrazza sul mare. Che fare? Con una visione reale e sostenibile immagino una stazione “leggera” con poco impatto ambientale e sui costi. Pensare a mega impianti fa sorridere ed è divertente. Mi chiedo: quanti milioni di euro ci sono oggi a disposizione per investire su Monte Piselli e quanti fondi per i costi di gestione annuali? Chi mi risponde? Iniziamo, invece, a ripristinare il “campetto” o a fare progetti per il recupero del rifugio Pizi chiuso dal sisma. Che cosa è stato fatto negli ultimi tre anni? Che progetti sono stati presentati?».

In considerazione dei cambiamenti climatici che di fatto rischiano di accorciare ancora di più le stagioni conviene ancora investire sulla montagna?

«La montagna si può vivere “four season” e non solo d’inverno. Ci sono brand che investono tantissimo nell’outdoor e nel trekking poichè sempre più persone vogliono stare all’aria aperta. Peccato che ancora non venga valorizzato tutto ciò. Abbiamo un comprensorio che si raggiunge in pochissimo tempo dalla città e dal mare e con lo sviluppo della mobilità elettrica non ci sarà più nemmeno il problema dell’inquinamento delle auto che arrivano agli impianti. Ma per pianificare lo sviluppo è necessario che tutti i portatori d’interesse (guide, accompagnatori, maestri di sci) siano finalmente ascoltati e consultati per fissare le linee di azione. Da parte mia difendo il lavoro dei maestri di sci ed è ora di iniziare a fare i primi bilanci. Non mi sembra, ad esempio, che negli ultimi tre anni siano stati messi in campo progetti come ho detto prima almeno per il campetto e per il rifugio Pizi»

 


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