Ascoli Calcio, Troiano:
«I campionati devono
essere terminati
per salvare il calcio in Italia»

Michele Troiano dopo un’espulsione

Michele Troiano, vice capitano dell’Ascoli, sta trascorrendo la quarantena ad Ascoli nella sua abitazione in centro città. Fa quello che può dentro casa per mantenersi fisicamente attivo, in attesa di poter riprendere gli allenamenti con la squadra. «Non ho grandi spazi, e allora un giorno sono sceso in strada a fare una corsa – racconta Troiano – ma le forze dell’ordine mi hanno invitato a risalire in casa».

«Non vediamo l’ora di ricominciare – prosegue – e speriamo di poterlo fare quanto prima possibile. Il presidente della Federazione, Gravina, ha detto che i campionati non possono essere interrotti così, e che non sarà lui a decretare la fine del calcio in Italia con provvedimenti rivoluzionari. Dobbiamo crederci ed essere pazienti aspettando il momento opportuno per ricominciare. Non è un problema di facile soluzione ma io ci credo».

Michele Troiano, con i suoi 35 anni compiuti a gennaio, è il veterano della squadra insieme a Padoin (36). La sua famiglia è composta dalla moglie Elisa e dai figli Francesco e Ginevra di 7 e 4 anni rispettivamente.

Un lettino, il trampolino elastico e uno zaino pieno di bottiglie d’acqua usate come pesi sono gli strumenti di lavoro per conservare la condizione atletica usati in questi giorni di forzato riposo.

«Nel tempo libero mi sono dedicato alla cucina e ho imparato diverse cose – rivela il centrocampista – so fare gli spaghetti alle vongole e anche ottimi risotti».

«Partite a porte chiuse? Questo sarebbe un danno per l’Ascoli visto che deve ancora giocarne 7 su 11 in casa, occorre uniformità per definire il termine dei campionati e non sarebbe giusto determinare promozioni e retrocessioni a tavolino. Il calcio è fatto di partite giocate e non di porte chiuse».

Bru.Fer.