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Lotta al virus:
vincenti le scelte di Regione e Area Vasta
Con un nosocomio in più sarebbe meglio

COVID 19 - L'intervento del responsabile provinciale del Pd di  Ascoli: «Le Marche hanno l’indice più basso dei contagiati nel rapporto con i tamponi effettuati. Polemiche fuori posto. Orgogliosi di tutto il personale sanitario»
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di Manuela Marcucci

(responsabile provinciale del Pd di  Ascoli)

In questi giorni di straordinaria gravità, pur avendo la responsabilità di seguire il settore sanità del Pd, sono stata in silenzio credendo fosse giusto che il Partito Democratico, per ciò che era nelle sue possibilità, dovesse aiutare tutto il sistema sanitario, i livelli istituzionali, quelli del volontariato, eccetera. Ora che è iniziata la cosiddetta “fase 2” mi sento però nella condizione di fare alcune considerazioni consapevole che la fase dell’emergenza non è finita e quindi la raccomandazione è di rispettare rigorosamente le regole.

Manuela Marcucci

Le scelte fatte dalla Regione Marche sono risultate efficaci e vincenti nella lotta al virus. La certificazione dell’Istat che ci vede primi in Italia per più basso indice di contagio, pari allo 0,29, è un dato tanto più importante se pensiamo che appena due mesi fa alcune provincie delle Marche avevano dati che si avvicinavano alla Lombardia.

Nella nostra Area Vasta abbiamo attuato rapidamente ed efficacemente tutte le disposizioni determinate e scelte dalla Giunta regionale, attrezzando nei due ospedali la separazione netta tra Covid e No Covid. A San Benedetto del Tronto, individuato insieme a Pesaro, Torrette, Senigallia, Civitanova e Camerino come ospedale Covid, è stato attrezzato un reparto di cardiopneumologia in affiancamento al pronto soccorso, medicina d’urgenza e rianimazione, oltre a reparti interamente dedicati.

Nel presidio ospedaliero di Ascoli sono state trasferite le Unità operative dal presidio di San Benedetto alle quali non si poteva garantire un accesso sicuro, tutte le prestazioni non procrastinabili, adottate misure di distanziamento e controlli all’ ingresso, si eseguono tamponi a tutti gli utenti che devono eseguire interventi.

Nell’Area Vasta 5 è stato eseguito il più alto numero di tamponi di tutta la regione, quasi 18.000, grazie all’efficienza degli operatori ed agli investimenti effettuati nel laboratorio dell’ospedale “Mazzoni” che nella fase di emergenza ha lavorato anche per le altre aree vaste. Da aprile la Giunta regionale ha autorizzato la nostra Area Vasta (tra le prime in Italia) a fare tamponi in regime di screening, quindi non solo ai sintomatici. Così come dall’inizio di maggio la Regione ha autorizzato anche i test sierologici, anche questi in regime di screening, effettuandone già più di un migliaio.

Il laboratorio analisi dell’ospedale “Mazzoni” di Ascoli

Ovviamente oltre al personale ospedaliero tutto, che ha profuso professionalità e passione, una segnalazione particolare va fatta a tutto il Dipartimento di prevenzione, ai  Distretti territoriali, ai medici di medicina generale che hanno lavorato in sinergia, riuscendo a seguire i pazienti nel proprio domicilio con unità medico-infermieristiche (Usca),  ricercando con meticolosità la diffusione del contagio e conseguentemente producendo l’isolamento dei sospetti con rigidi protocolli di applicazione. Purtroppo in questi giorni abbiamo assistito a prese di posizioni politiche distanti dalla realtà, quasi come se si volessero disconoscere i numeri che fanno giustizia dell’ottimo lavoro svolto.

La Regione Marche ha l’indice più basso in Italia dei contagiati nel rapporto con i tamponi effettuati, la nostra Area vasta oramai da tre settimane viaggia sul livello del cosiddetto zero/alternato abbattendo in maniera quasi definitiva la curva del contagio. Nonostante la fase di emergenza c’è chi ritira fuori il vecchio armamentario delle polemiche sulla localizzazione dell’ospedale di eccellenza, dimenticando quando sia grave e straordinario il momento che stiamo vivendo, non volendo nemmeno per un attimo cedere alla tentazione di considerare come un nosocomio in più, anche se con funzioni diverse, ci avrebbe consentito non solo arginare il coronavirus così come è stato fatto, ma avremmo avuto la possibilità di continuare con tutta l’attività chirurgica programmata e l’attività diagnostica-ambulatoriale.

Il personale del “Madonna del Soccorso”

L’esperienza sanitaria di questi mesi ha però sancito alcune certezze: le regioni che avevano puntato tutto sulle Aziende ospedaliere, costruendo un modello di tipo privatistico hanno fallito, si è dimostrato, se ancora ce ne fosse stato bisogno, che un sistema sanitario efficiente si costruisce solo partendo da una medicina territoriale forte. Questa ultima considerazione oggettiva e difficilmente confutabile ci portano a dire: orgogliosi della sanità pubblica delle Marche, orgogliosi delle scelte fatte dalla nostra Regione e attuate dalla nostra Area Vasta, orgogliosi del personale sanitario tutto che ha consentito di fronteggiare una pandemia che le nostre generazioni non avevano mai ricordato, ogogliosi dei cittadini marchigiani che hanno saputo rispettare e applicare le regole


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