Pillon nella sala stampa del “Del Duca” dopo Ascoli-Pescara dello scorso anno: Bepi allenava gli abruzzesi
di Bruno Ferretti
Bepi Pillon e l’Ascoli. Un binomio consolidato come pochi altri nel mondo del calcio. Due volte il tecnico trevigiano (64 anni) ha allenato lAscoli e due volte ha centrato lobiettivo lasciando un eccellente ricordo. La promozione in Serie B con i “Diabolici” nel 2001-2002 dopo sette lunghi anni trascorsi in C, poi la salvezza nel 2009-2010 quando fu chiamato dal presidente Benigni per sottuire l’esonerato Pane.
Pillon è uomo di parola: quando promette… mantiene. Si era parlato di un suo possibile ritorno quando l’Ascoli ha liquidato Zanetti.
«È vero, sono stato contattato e sarei tornato volentieri per la terza volta. Sembrava fatta, poi non so cosa è successo e l”Ascoli ha fatto scelte diverse».
Scelte evidetemente sbagliate, se dopo appena cinque giornate ha esonerato anche Stellone per i negativi risultati raccolti: 2 punti in 5 partite.
«Anche io a Cosenza sono rimasto solo cinque giornate, ma è stata una mia scelta: è scoppiato il Coronavirus e ho preferito la famiglia al calcio. Non me la sono sentita di lasciarla così lontano, e ho rimesso il mandato. Ho tre figli e non potevo restare a 1.200 chilometri da casa».
Pillon, che effetto le fa aver visto l’Ascoli in zona playout?
«Un effetto strano, sorprendente. Visto come aveva cominciato, non me lo aspettavo. Deve essere successo qualcosa che non conosco. Il calo è stato piuttosto evidente, qualche giocatore importante non ha mantenuto le promesse o chissà cosa».
Ai tempi dell’Ascoli
Ma la Serie B ripartirà?
«La Serie A penso di si, più complicato per la B a causa di un protocollo fin troppo complesso di norme igienico-sanitarie. Serie C e Dilettanti sono stati fermati. Speriamo che questa stagione anomala possa essere superata. É successo di tutto, meglio pensare al futuro. L’Ascoli? Per me è come un vecchio amore che non potrò mai dimenticare. So che c’è l’idea di organizzre una partita amarcord con i “Diabolici”: se si farà di sicuro non mancherò».
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