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Raffica di bollette Ciip,
Viscione interroga il sindaco:
«Intervenga per farle sospendere»

ASCOLI - Il caso delle fatture inviate anche ad utenti terremotati. Il capogruppo della lista Celani attacca: «La scusa del Covid-19 non c'entra niente visto che i ritardi sono avvenuti ben prima di detto evento, buttando incautamente fumo negli occhi dei cittadini trattati come incapaci di intendere e di volere»
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di Renato Pierantozzi

Raffica di bollette Ciip durante la pandemia (leggi l’articolo), il consigliere comunale Francesco Viscione (lista Celani) interroga il sindaco Marco Fioravanti per un’azione immediata verso la società dell’acqua. «Unitamente ai sindaci di San Benedetto del Tronto e di Fermo -afferma Viscione- deve chiedere al presidente del Ciip l’immediata sospensione edella fattura trimestrale emessa per le utenze quale acconto dei mesi dicembre 2019-febbraio 2020, con pagamento nei mesi di marzo e aprile, sia per le famiglie e sia, soprattutto, per le attività produttive e dei servizi, stante la loro sospensione operativa a causa del lockdown».

Francesco Viscione

Viscione ricostruisce tutta la vicenda tra bollette emesse a scoppio ritardato, mancate letture e acconti comunque da pagare. «La emissione della fattura per il pagamento delle utenze è normalmente effettuata dal Ciip -ricorda- ogni trimestre verso le famiglie e imprese per il consumo dell’acqua, di cui un trimestre è a saldo a seguito della lettura del consumo effettivo, mentre il trimestre successivo il pagamento è in acconto su un calcolo probabilistico del consumo precedente. Pertanto una volta ogni sei mesi si paga una fattura di acconto e una volta ogni sei mesi si paga una fattura a saldo dei consumi reali».

Che cosa non è andato per il verso giusto?

«La fattura a saldo -prosegue il capogruppo della lista Celani- del semestre maggio-novembre 2019 (che scontava il pagamento dell’acconto pagato ad agosto) è stata emessa inspiegabilmente (per un’azienda che conta centinaia di addetti tra cui parecchi informatici, ndr) tra la fine di aprile e gli inizi di maggio, ossia con un ritardo di ben quattro mesi (mentre nel 2019 era stata emessa il 24 dicembre…ndr). Poi a febbraio 2020 è stata emessa la fattura di acconto per il trascorso trimestre dicembre 2019 – febbraio 2020, la cui riscossione avviene normalmente nel mese successivo, in coincidenza con il saldo 2019».

Giacinto Alati

Viscione accusa: «Nel pagamento del saldo di novembre 2019 e dell’acconto febbraio 2020 -aggiunge- l’utenza si è trovata nel bel mezzo della pandemia Covid-19 senza che il Ciip se ne sia preoccupato. Senza dimenticare che la gran parte delle imprese produttive e di servizi, dal 24 febbraio al 18 maggio, ha dovuto sospendere la loro attività a causa del lockdown, senza quindi alcun consumo d’acqua».

Tra poco poi arriverà un’altra bolletta. «Lo stesso Ciip -prosegue sempre Viscione-  sta per emettere tra qualche settimana anche la fatturazione a saldo del semestre novembre 2019-maggio 2020, che dovrà essere pagata entro il prossimo mese di giugno 2020, stante la lettura dei contatori in corso. E così tra i mesi di aprile e luglio, quindi in soli tre mesi, gli utenti dei 59 comuni del piceno e del fermano si trovano, pertanto, a dover pagare due saldi e un acconto, senza che il Ciip si sia affatto preoccupato di chiedere in piena pandemia un sacrificio così incisivo nel bilancio delle famiglie e addirittura vessatorio e persecutorio verso le migliaia di attività produttive di artigiani, commercianti e lavoratori autonomi, che pur non avendo consumato un litro di acqua si trovano ad anticipare somme non dovute».

Viscione non crede alle giustificazioni fornite dall’azienda (leggi l’articolo) rilanciate poi dal sindaco di Ascoli.

Il sindaco Marco Fioravanti

«Il Covid non c’entra niente -dice- poichè fino al 24 febbraio l’operatività di tutti gli uffici d’Italia era nota, ad eccezione ad eccezione evidentemente di quella degli uffici amministrativi e contabili del Ciip. Detta giustificazione, infondata per logica prima che nel merito, è stata amplificata anche da una recente intervista audiovideo del sindaco di Ascoli».

Infine l’appello a Fioravanti. «Se non si riuscirà a sospendere il pagamento -conclude Viscione- il sindaco si attivi il rinvio del pagamento della fattura in acconto con conguaglio con la fattura del saldi del prossime mese di luglio senza l’applicazione degli interessi moratori, in quanto i soggetti economici con partite iva, sono stati inattivi per tre mesi. Chiedo sempre al sindaco Fioravanti se non intende approfondire le ragioni del ritardo delle emissioni delle fatture di pagamento di dicembre 2019, piuttosto che ripetere le illogiche giustificazioni del Ciip, che incolpa all’evento Covid-19 le disfunzioni, quando i ritardi sono avvenuti ben prima di detto evento, buttando incautamente fumo negli occhi dei cittadini trattati come incapaci di intendere e di volere».

Acqua, proteste per fatture in acconto e su case terremotate


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