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Sanità, i fondi per il personale bloccati
Cgil, Cisl e Uil: ultimatum all’Asur

PICENO - "Avvertimento" in vista dell'incontro del 26 maggio. Relazioni sindacali e riconoscimenti economici le priorità da affrontare. «Non più procrastinabile la sottoscrizione di un protocollo di intesa»
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Relazioni sindacali e erogazione dei fondi straordinari al personale della sanità: sono i due punti centrali che i segretari di Ascoli di Fp Cgil (Maria Calvaresi), Cisl Fp (Giorgio Cipollini) e Uil Fpl (Paolo  Sabatini) chiedono di discutere nell’incontro, previsto per il 26 maggio, con il direttore generale dell’Asur Nadia Storti. Altrimenti si richiano tensioni  proteste.

L’interno dell’ospedale Mazzoni

In un documento inviato al vertice dell’Asur e anche al direttore dell’Area Vasta 5 Cesare Milani, i tre sindacati dei dipendenti pubblici spiegano la loro posizione e le loro richieste. «Chiediamo – affermano – il rilancio delle relazioni sindacali ed il doveroso, legittimo riconoscimento di carattere economico agli operatori sanitari, amministrativi e tecnici dell’Area Vasta dando concreta attuazione all’intesa conseguita con la Regione Marche con cui si è concordato un primo stanziamento straordinario pari 11 milioni al netto di quanto stanziato dallo Stato centrale in favore della Regione Marche. Risorse definite al momento solo a livello documentale ma che dovranno essere immediatamente erogate».

Cesare Milani, direttore di Area Vasta 5

«Tenuto conto della complessa organizzazione aziendale dell’Asur, – affermano i tre sindacati dei dipendenti pubblici – delle difficoltà riscontrate per l’indizione delle riunioni e soprattutto per la successiva applicazione degli accordi formalmente sottoscritti, riteniamo assolutamente non più procrastinabile la sottoscrizione di un protocollo di intesa disciplinante le relazioni sindacali a livello territoriale di Area vasta in cui, tra l’altro, venga configurata, come violazione dei diritti sindacali, l’omessa attuazione delle intese conseguite le quali dovranno essere sottoposte ad un monitoraggio bimestrale».

«C’è la necessità – continuano Cgil, Cisl e Uil – di armonizzare l’applicazione degli istituti contrattuali a livello regionale in particolare attraverso un riequilibrio dei fondi in relazione alle unità presenti in ciascuna Area Vasta. Auspichiamo di sottoscrivere  intese quadro a livello regionale demandando la specifica articolazione dei criteri alla contrattazione aziendale onde riconoscere le peculiarità di ciascuna Area Vasta nel rispetto della normativa contrattuale e regionale disciplinante la materia. In tale logica si articola il confronto in atto, richiesto dalle organizzazioni sindacali regionali di Cgil, Cisl e Uil finalizzato allo stanziamento di adeguate risorse straordinarie in favore degli operatori del servizio sanitario regionale. A distanza di quasi tre mesi dall’inizio della pandemia nulla è pervenuto agli operatori delle Marche né dallo Stato centrale, né dal Governo regionale, nonostante i solenni proclami».

«Tale omissione – concludono i sindacati nel documento inviato a Nadia Storti – risulta assolutamente inaccettabile a fronte dei sacrifici, degli immensi rischi per l’incolumità personale e dell’abnegazione mostrata da tutti gli operatori in questa drammatica pandemia che ha comportato per il nostro Paese decine di migliaia di decessi da ricordare nella storia. Nonostante che da ogni parte gli operatori della sanità vengano definiti eroi emilani

d i loro sacrifici siano oggetto del più elevato riconoscimento, nulla di concreto è stato ancora fatto per compensare gli sforzi profusi ed i rischi a cui quotidianamente sono esposti gli stessi operatori. Nella riunione sindacale programmata per il 26 maggio, al di là del risibile ordine del giorno definito dalla parte pubblica, comprensibilmente confutato dalla segreteria della Rsu dell’Area Vasta la quale ha contrapposto, con un proprio documento, la pluralità delle problematiche che dovranno essere tempestivamente affrontate. In primis i processi di stabilizzazione».

 


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