Tamponi e test sierologici,
riparte la Sanità privata
Romani (Villa San Marco):
«Operazioni anche ad agosto»

ASCOLI - Parla il presidente della Casa di cura ascolana al vertice anche dell'Aiop Marche e di altre tre strutture: «Non abbassiamo la guardia di fronte al virus. Ci dispiace non far entrare i parenti per assistere i malati, ma si tratta di disposizioni nazionali e regionali per prevenire la diffusione del Covid»
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L’ingresso della casa di cura “Villa San Marco”

di Renato Pierantozzi

Temperatura misurata all’ingresso, test sierologici al personale (ogni 12 giorni) e ai pazienti prima delle operazioni, tamponi in caso di necessità e straordinari estivi per recuperare il periodo del lockdoww. La casa di cura privata “Villa San marco” di Ascoli è tornata in attività a pieno regime dopo la fase emergenziale legata alla pandemia. «La guardia resta alta –sottolinea il presidente Antonio Romani che guida anchel’Aiop Marche (Associazione italiana ospedalità private) oltre alle altre cliniche come Villa Verde di Fermo, Stella Maris di San Benedetto e Villa Montefeltro nel pesarese– e lo stato di emergenza non è finito. Da parte nostra abbiamo attuato sin da subito tutti i protocolli e le indicazioni della Regione. Tante persone hanno ancora paura. Solo chi ha avuto “coraggio” si è recato in questi mesi a fare anche dei semplici esami».

Antonio Romani

Presidente Romani, si può dire che la fase più dura è alle spalle? 

«Tocchiamo ferro. Tutto il nostro personale si sta sottoponendo a test sierologici ogni 12 giorni con gli esiti poi inviati alla Regione. La stessa cosa avviene per i pazienti che si devono sottoporre ad operazioni. Inoltre facciamo firmare dei moduli, scaricabili anche dal nostro sito web, sull’auto dichiarazione relativa all’assenza di sintomi febbrili. Sono soddisfatto e cerchiamo per quanto possibile di mantenere i pazienti in stanze singole anche se siamo al completo visto il supporto che forniamo alla sanità pubblica. Non abbiamo mai avuto problemi di reperimento di Dpi (dispositivi di protezione individuale) che spero restino…nei magazzini».

Come è cambiata l’attività della sanità privata durante l’emergenza Covid?

«La nostra è rimasta una struttura no-Covid diventando una sorta di prolungamento degli ospedali pubblici che, nel caso di San Benedetto, sono stati completamente svuotati per far posto ai malati di Coronavirus. In Riviera ci sono le altre due grandi strutture che hanno fatto la loro parte. Ad Ascoli invece accogliamo pazienti dal pronto soccorso o dai reparti come medicina quando non ce la fanno Non dimentichiamo che nelle Marche il peso della sanità privata è pari al 2,5% della spesa complessiva rispetto ad esempio al 50/60% della Lombardia. Chi viene da noi paga lo stesso ticket dell’ospedale o niente se viene ricoverato».

Come è cambiata la vita all’interno delle vostre strutture?

«Ci dispiace ancora non poter far accedere i parenti delle persone ricoverate. Si tratta di una situazione che genera anche scontento poiché non si possono assistere malati per fare compagnia  o semplicemente per dare un bicchiere d’acqua a chi sta male. Ma è una imposizione dettata dalle norme nazionali e regionali per evitare lo scoppio dei focolai».

Clinica San Marco

C’è il rischio che lo stop agli interventi degli ultimi mesi provochi un allungamento delle liste di attesa anche per persone che hanno bisogno di cure o di operazioni?

«Da parte nostra abbiamo ripreso con tutte le precauzione e i controlli del caso che ho illustrato prima. Per recuperare poi limiteremo la chiusura del mese di agosto a soltanto 15 giorni rispetto al mese canonico»

Come si è mossa secondo lei la Regione per fronteggiare l’emergenza?

«Non posso rimproverare nulla, mi sembra che è stata prontissima ad affrontare i problemi attuando sin da subito le chiusure, come nel caso delle scuole, che poi erano state impugnate dal governo. I risultati parlano chiaro»


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