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Dagli esordi in città alla “Universal” con MamboLosco e Boro Boro: l’ascesa di Alessandro e Daniele nel mondo della comunicazione

MUSICA - I due giovani talenti ascolani festeggiano l’uscita di “Caldo”, l’ultimo album dei rapper MamboLosco e Boro Boro, di cui hanno interamente curato la comunicazione, dalla realizzazione della cover ai contenuti destinati social. Un traguardo importante per due ragazzi che sognano in grande, senza però dimenticare le proprie origini
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di Federico Ameli

MamboLosco e Boro Boro sono due nomi che potranno anche dire poco o nulla ai meno informati in fatto di ultime tendenze musicali, ma che, con buona pace dei nostalgici, da qualche anno a questa parte siedono a buon diritto nell’Olimpo della scena rap e trap italiana. Solo qualche ora è uscita la loro ultima fatica discografica, “Caldo”, e se per caso ne avete sentito parlare o avete visto anche solo di sfuggita un cono gelato un po’ “particolare” prima di leggere questo articolo, è bene che si sappia che gran parte del merito spetta a Daniele Riccitelli e Alessandro Paoletti, due giovanissimi artisti ascolani che da qualche mese lavorano senza sosta alla promozione di questo importante progetto musicale firmato Universal, una delle etichette più attive e presenti sul mercato nazionale e internazionale.

Alessandro Paoletti e Daniele Riccitelli

A certi livelli non si arriva per caso e, sebbene la carta d’identità possa far credere il contrario – Daniele ha vent’anni, Alessandro appena un anno in più – anche i due giovani ascolani, prima di arrivare a collaborazioni tanto prestigiose, si sono fatti le ossa in provincia, iniziando sin da giovanissimi a operare nel settore della comunicazione. «Abbiamo frequentato entrambi il Liceo Artistico “Licini” di Ascoli con specializzazione in grafica – spiega Daniele – e a 16 anni circa, sulla base delle passioni in comune, come ad esempio il rap, la trap e tutto ciò che riguarda le arti visive e il mondo della comunicazione, abbiamo iniziato a collaborare insieme a dei progetti musicali in ambito locale. Una volta finita la scuola, ci siamo iscritti alla NABA, la Nuova Accademia di Belle Arti di Milano, dove abbiamo proseguito gli studi con il sogno di fare della nostra passione una vera e propria professione».

E così è stato, dato che nel giro di qualche anno i nomi di Daniele e Alessandro sono arrivati all’attenzione di alcune tra le major più importanti d’Italia. Il successo, però, è arrivato passo dopo passo.

«Tutto è partito dai graffiti – prosegue Alessandro, ormai prossimo alla conclusione del suo percorso di studi -, è stato in quell’occasione che siamo entrati in contatto con alcuni rapper e cantanti della zona, per i quali abbiamo realizzato le nostre prime grafiche, prima di trasferirci a Milano. Io e Daniele collaboriamo da tanto ormai e un anno e mezzo fa abbiamo deciso di fondare Not Found, il nostro collettivo, con l’obiettivo di racchiudere sotto un’unica firma i nostri progetti comuni. Il nome stesso è un chiaro riferimento alle nostre origini di provincia: siamo partiti da zero, ci tenevamo a ricordarlo».

Nonostante la giovanissima età, infatti, i due ascolani hanno già diversi anni di gavetta alle spalle. Tra progetti musicali a livello locale, grafiche – come ad esempio il logo di Wap, l’associazione dei commercianti del centro storico di Ascoli, ci ricorda Daniele – e cura dei social network di alcune aziende del territorio, il loro campo d’azione è talmente vasto che diventa complicato racchiudere la professionalità – o le professionalità? – che rappresentano in una definizione che non risulti riduttiva.

«Nasciamo grafici – spiega Alessandro – ma la nostra è una professione in continua evoluzione che non permette di restare ancorati a un unico aspetto. Da qualche tempo a questa parte stiamo cercando di muoverci come dei direttori artistici, lavorando anche su tutto ciò che riguarda i social e la comunicazione. Abbiamo la fortuna di avere un team che ci supporta laddove non arrivano le nostre competenze: ad esempio, Alessio Panichi, un altro ragazzo di Ascoli, ha curato la parte fotografica di “Caldo”, realizzando un reportage a Barcellona – dove i due rapper stavano componendo l’album – e uno shooting a Milano. Ci siamo cimentati anche nella regia di alcuni videoclip, ci interessiamo di tutto ciò che riguarda il mondo della comunicazione, a 360 gradi».

«In un progetto del genere – continua Daniele – purtroppo, o per fortuna, non ci si può limitare esclusivamente alla parte grafica. Bisogna lavorare a ogni aspetto dell’album e, quando emerge la necessità di ricorrere a figure esterne, come ad esempio nel caso della realizzazione di immagini 3D in un contesto reale, ci affidiamo ad altri professionisti».

Cover dopo cover, album dopo album, i due giovani talenti sono riusciti a farsi strada nel mondo della comunicazione, in particolar modo quella del settore musicale. A volte, però, per sbarcare il lunario serve anche un po’ di fortuna, e in questo senso anche la dea bendata ha offerto il suo contributo.

«Abbiamo iniziato da giovanissimi – ricorda Daniele – con l’obiettivo, da buoni appassionati di rap e trap, di entrare in un modo o nell’altro nel mondo della musica. Le cose poi sono venute da sé, con una serie di progetti che abbiamo portato avanti sia ad Ascoli che a Milano. È stato lì che, durante una serata in discoteca, abbiamo conosciuto il videomaker di MamboLosco, Riccardo Melo. Siamo entrati in contatto con lui, girandoci i nostri rispettivi portfolio per capire e far capire come eravamo abituati a lavorare e stringendo subito un rapporto di collaborazione. Poi, qualche mese fa, ci ha chiamati dicendoci che la Universal voleva che gestissimo la parte grafica, la comunicazione e l’uscita del nuovo album di MamboLosco e Boro Boro».

La copertina di “Caldo”

Una sorta di sogno divenuto realtà per Daniele e Alessandro, che allo scoccare della mezzanotte hanno potuto finalmente festeggiare in un locale del centro l’uscita di quello che ad oggi rappresenta il loro progetto più importante. Dalla cover dell’album ai contenuti social, passando per il packaging del disco, la realizzazione di vlog e video del backstage, fino ad arrivare alla completa gestione della campagna pubblicitaria di un album al cui interno figurano collaborazioni con artisti di fama nazionale e internazionale. Lola Indigo, la Dark Polo Gang e Anna sono solo alcuni tra i nomi di spicco di un EP che vanta produzioni di autentici mostri sacri del settore come Don Joe, Andry The Hitmaker e Sick Luke: per chi fosse rimasto al vinile c’è da fidarsi sulla parola. Un lavoro senza dubbio gratificante ma particolarmente impegnativo per due ragazzi così giovani, che alla luce del loro grande talento sono stati chiamati a una responsabilità che, in realtà, non così di rado viene gestita da figure diverse.

«Non è così scontato – spiega Daniele – che un’etichetta come la Universal dia in mano la progettazione grafica e contenutistica a un unico soggetto. Solitamente un grafico si limita alla realizzazione della copertina o della tracklist, ma noi siamo andati molto oltre, realizzando stories per Instagram e per la pagina ufficiale di Spotify, curando tutta la comunicazione dell’album. Non è scontato, come dicevo, ma personalmente abbiamo sempre cercato di lavorare in questo modo e ormai ci viene anche naturale proporlo a chi si rivolge a noi».

Quello tra i ragazzi di Not Found è un sodalizio che, tra progetti grafici più o meno prestigiosi, va avanti con successo ormai da diversi anni. Merito senza dubbio di una visione pressoché identica dell’estetica e della comunicazione, ma anche di un modus operandi ormai consolidato, per quanto apparentemente poco ortodosso. «A me e Daniele – spiega Alessandro – piace parlare di una sorta di “ping pong” in termini organizzativi. In linea di massima, infatti, seguiamo contemporaneamente o quasi le diversi fasi del nostro lavoro: ci passiamo e ripassiamo i file in continuazione da due diversi computer, fino ad arrivare alla confezione del prodotto finale. Potrà sembrare sinonimo di disorganizzazione, me ne rendo conto, ma siamo talmente in simbiosi che ormai lo facciamo con naturalezza». E anche con un certo successo, verrebbe da dire.

Se “Caldo” rappresenta con tutta probabilità l’apice delle loro giovani carriere, nei cuori di Daniele e Alessandro c’è posto anche per altri lavori, in alcuni casi meno celebrati ma in qualche modo legati a un particolare periodo della loro vita. «Personalmente – esordisce Daniele – uno dei progetti a cui sono più affezionato è la cover di Stelle di Cromo, il nostro primo lavoro sotto etichetta, che in quel caso era la Warner».

Nella personale classifica di Alessandro, invece, il primo posto spetta a un’esperienza legata alla nostra città. «Abbiamo collaborato all’uscita dell’album di Piotr, un rapper ascolano classe 2000 – spiega -, lavorando allo shooting, al video e alla comunicazione e arrivando a raggiungere quota 200.000 streaming da indipendente. È stato in quel momento che abbiamo capito che da una semplice passione poteva nascere qualcosa di più».

Da studenti e, ormai a pieno titolo, addetti ai lavori del mondo dell’arte, viene da chiedersi se qualche corrente o qualche artista in particolare abbia in un certo qual modo ispirato la vena artistica dei due. È Daniele a toglierci la curiosità, manifestando un certo interesse nei confronti delle avanguardie dello scorso secolo. «Dal punto di vista prettamente artistico – dichiara – abbiamo un debito nei confronti del Futurismo, una corrente che apprezziamo particolarmente. Come dicevamo in precedenza, però, siamo cresciuti con i graffiti: è stato quello il nostro primo vero approccio con le arti visive e si tratta di un mondo che seguiamo ancora da molto vicino».

Il logo del collettivo “Not Found”

Ne è passato di tempo dai primi tentativi con la bomboletta e Daniele e Alessandro ormai di strada ne hanno fatta a sufficienza per raggiungere Milano e le tante opportunità che una città del genere mette a disposizione di due ambiziosi artisti emergenti. C’è però tanta Ascoli nel loro percorso e i due ragazzi non perdono l’occasione per sottolinearlo. A proposito di musica, “Ora il paese è lontano, forse ne senti il richiamo, adesso il sole non filtra dentro la nebbia di questa Milano” scriveva qualche anno fa Claver Gold, rapper ascolano che Daniele, Alessandro e i lettori più giovani conosceranno, e in un certo senso le sue parole sembrano seguire lo stesso binario del pensiero dei due ragazzi.

«Alla NABA e più in generale a Milano – sostiene Alessandro – si respira un’atmosfera diversa sia a livello professionale che di stimoli, sarebbe stupido negarlo. Vivendo in città abbiamo avuto la possibilità di metterci realmente alla prova: Milano ci ha dato tanto, ma credo fermamente che per la nostra crescita professionale sia stato più importante nascere ad Ascoli che trasferirsi al nord».

Daniele, come era lecito attendersi da due ragazzi in completa sintonia, è dello stesso avviso. «Dal punto di vista artistico e professionale Milano ci ha ispirato molto, oltre ad aggiornarci sulle ultime tendenze. In una città del genere si incontrano artisti di ogni genere, è il sogno di chiunque voglia fare questo mestiere. Tuttavia, Ascoli è la nostra città. Nascere e crescere qui ci ha spinto a pensare a un modo per uscire fuori dai confini provinciali e arrivare a più persone. Tuttora, Ascoli è per noi una grande fonte di ispirazione e in un certo senso anche l’esperienza milanese ci ha aiutato ad approfondire molti aspetti della nostra città. Nel nostro piccolo, siamo fieri di portare in alto il nome di Ascoli».

Messo da parte l’orgoglio patriottico e una volta archiviati i meritati festeggiamenti per l’uscita di “Caldo”, è tempo di guardare al futuro.

«Il mio sogno – spiega Alessandro – è quello di proseguire su questa strada, continuando a lavorare ad alti livelli per major e grandi aziende. Non ti nascondo, però, la volontà di puntare maggiormente su noi stessi, lavorando ad esempio alla creazione di prodotti di design e manifesti nel tentativo di dare un’immagine chiara e definita al nostro brand. L’obiettivo è quello di non apparire esclusivamente come un’agenzia di comunicazione, ma come un vero e proprio collettivo artistico».

Anche stavolta, Daniele non può che essere d’accordo. «Condivido la necessità di puntare e lavorare maggiormente su noi stessi per comunicare al meglio il nostro immaginario artistico e la nostra idea di estetica. Vogliamo continuare a portare avanti progetti artistici ma anche personali, continuando a impegnarci nel settore musicale e riscoprendo contemporaneamente il gusto di lavorare per noi stessi».

A questo punto, non possiamo che augurare il meglio a questi giovani talenti ascolani che, nonostante dei traguardi non da poco, tra le esperienze milanesi e le atmosfere sognanti delle calles di Barcellona non hanno ancora perso il dono dell’umiltà.


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