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Senti come… sgasa!
In sella con Gian Paolo Di Vittori

ASCOLI - Alla scoperta del talento della moto classe 2004. Dagli inizi quando era bambino fino al Mondiale Junior Moto3. Col sogno sempre vivo di diventare un astro del Motomondiale
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di Francesca Aquilone

Quando a 9 anni inizi ad ottenere risultati nel Campionato Italiano Velocità Minimoto o vinci gli Internazionali d’Italia nel 2017 nella ELF CIV PreMoto3, forse un pizzico di talento lo hai davvero.

Gian Paolo Di Vittori

Gian Paolo Di Vittori, ascolano classe 2004, ha la passione per la moto e un sogno ben chiaro in testa: diventare un motociclista professionista del circus del Motomondiale.

“Il ragazzo si farà”, cantava De Gregori, e anche se per Gian Paolo la strada è in salita, il talento ascolano merita e potrebbe portare in alto il nome della città.

A che età hai iniziato?

«A circa 6 anni e mezzo con una Honda da cross. Poi sono passato alla velocità con le minimoto. Il primo campionato l’ho affrontato nel 2013 e da lì è iniziato tutto il percorso tra le categorie, fino alla Moto 3.

Con le minimoto giravo in pista a Giulianova e a fine 2015 ho iniziato a Monsampolo del Tronto. Venivano anche Sabatucci, Fenati, Marco Bezzecchi, Mattia Casadei, insomma piloti che adesso stanno ottenendo risultati importanti».

In pista

Il tuo risultato più emozionante invece?

«Il Warm Up ad Aragon dello scorso anno. Venivamo da una stagione in cui non avevo mai corso, mai salito su una Moto3 per mancanza di sponsor.

Mi è stata offerta la possibilità di partecipare come wild card a questa gara del Mondiale Junior Moto3 dal Team Gazzola, che non finirò mai di ringraziare.

Ha iniziato a piovere e solitamente le prestazioni si livellano con l’acqua e così si rimescolano le carte.

Tutti hanno messo gomme da bagnato e a due minuti dalla fine del turno ero 15esimo con un ideal time da terzo posto senza aver mai potuto spingere, perché, come si dice, chi rompe paga, ed io non mi potevo permettermi di far danni. 

Poi nel 2017 al Mugello quando sono partito ventesimo e sono arrivato a due secondi e mezzo dai primi tre, quindi quarto».

Cosa si prova a girare in circuiti dove i big hanno scritto la storia?

«Circuito grande significa grande emozione ed hai una sensazione di bellezza difficile da spiegare».

In un momento di relax

Sei un pilota in crescita, a chi ti ispiri?

«Quando ero piccolo c’era una collezione della MotoGP a casa e da lì ho iniziato ad apprezzare Kevin Schwantz, Valentino Rossi e Marco Simoncelli».

Ai box

Il tuo sogno nel cassetto, potendo immaginarti da qui a dieci anni?

«Vorrei essere pluricampione del mondo in sella ad una Suzuki come Schwantz, o anche con l’Aprilia o con la Ktm».

 

 

Quali sono le sensazioni che prova un motociclista?

«Intanto l’adrenalina data dalle alte velocità (sono arrivato a toccare i 242 km/h). Poi quando alzi la testa e la metti fuori dal cupolino, senti l’aria che ti sposta e il corpo che ti fa da vela. All’inizio percepisci il peso della moto, mentre ora è diventato un gesto parte di me».


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