Il sindaco Pasqualino Piunti (Foto Vagnoni)
«Marcinelle fu la prima grande tragedia che colpì gli italiani all’estero. Purtroppo non fu l’ultima, ma rappresenta uno dei tasselli più dolorosi del variegato mosaico della migrazione italiana nel mondo».
L’incendio nella miniera di Marcinelle, avvenuto l’8 agosto 1956 – nel quale morirono 262 lavoratori di dodici nazionalità, tra cui 136 italiani – non costituì solo un sanguinoso tributo di vite di migranti allo sviluppo economico europeo, ma anche il momento più drammatico di un’intera epopea migratoria. Il sindaco Pasqualino Piunti ha voluto ricordare l’accaduto con un intervento.
«A 64 anni di distanza, non solo non si è esaurito il doloroso ricordo di tante vittime italiane ma resta intatto nella memoria collettiva il significato simbolico dell’altissimo prezzo pagato dal Paese al bisogno drammatico di lavoro che costrinse milioni di connazionali a varcare, loro malgrado, i confini nazionali. Quest’anniversario rappresenta l’occasione per rendere omaggio a tutti i lavoratori che, con dignità e sacrificio, hanno portato per il mondo l’immagine di un’Italia operosa e fiera, ma anche ai tanti, troppi, che ogni giorno perdono la vita per portare a casa il pane. Un’ingiustizia tremenda che lo Stato ha il dovere di combattere intensificando gli sforzi per prevenire gli incidenti e reprimendo le violazioni delle norme sulla sicurezza».
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