Sono sempre i migliori quelli che se ne vanno, in questo caso anche nel mondo del commercio. Lo scorso lunedì, infatti, le serrande di Micheloni, vera e propria istituzione cittadina in fatto di moda, si sono abbassate per l’ultima volta dopo ben 65 anni di onorata carriera.
Gabriele e Ada Micheloni insieme al sindaco Fioravanti e alle amate commesse
Almeno per questa volta, non è stata la crisi economica a imporre la chiusura di una delle attività commerciali più longeve del territorio, bensì una più che comprensibile scelta di vita. Dopo aver confezionato abiti per generazioni e generazioni di ascolani, Ada e Gabriele – i due titolari, lei originaria di Campli e lui di Castelfranco Emilia -, hanno scelto di godersi un po’ di meritato riposo, facendo calare definitivamente il sipario su uno dei luoghi di culto dello shopping cittadino, vero e proprio simbolo del quartiere di Porta Maggiore.
«Un negozio che ha scritto la storia di questa città, una famiglia che ha saputo trasformare un’attività commerciale in un valore umano, rivelando una grande capacità di farsi apprezzare dai cittadini pur non essendo ascolani» ha dichiarato il sindaco Marco Fioravanti, che lo scorso lunedì è intervenuto in prima persona per esprimere la vicinanza e la riconoscenza della comunità ascolana alla famiglia Micheloni.
Famiglia che, almeno in senso lato, comprende anche le tante commesse che nel corso degli anni si sono avvicendate nel punto vendita di via Mari e che hanno voluto dedicare una lettera ad Ada e Gabriele per ringraziarli dell’affetto ricevuto in questi anni. «Siamo orgogliose di aver contribuito a far diventare questo negozio così importante» si legge tra le righe. «Ci avete insegnato molte cose. Vi ringraziamo perché insieme a voi abbiamo condiviso tutto, gioie e dolori».
Una bella soddisfazione per due ascolani d’adozione che da un paio di giorni a questa parte hanno intrapreso una nuova tappa della loro vita, nella speranza che possa rivelarsi piena di successi, così come d’altra parte è stato per gli ultimi 65 anni.
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