Il colore dell’acqua qualche giorno fa nella zona di Borgo Solestà (Fonte: Facebook)
di Andrea Pietrzela
L’acqua arancione è stata – letteralmente – la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Un comitato, nato spontaneamente per evidenziare e contribuire a risolvere le problematiche legate alla distribuzione di acqua potabile nel territorio Piceno, si è stancato dei continui disagi relativi alla situazione idrica ed ha deciso di fare qualcosa attivamente. C’è chi ha riscontrato sfoghi cutanei, chi è rimasto senz’acqua all’improvviso e chi aprendo i rubinetti si è trovato di fronte ad un liquido di colore rossastro. Così l’indagine della nostra rubrica del lunedì Luci sulla città non poteva non focalizzarsi sulla questione.
L’acqua arancione a Brecciarolo durante il mese di giugno (Fonte: Facebook)
Abbiamo contattato Gregorio Cappelli, 25enne ascolano sostenitore dell’iniziativa, che ci ha raccontato tutto sin dall’inizio: «A fare scattare l’allarme sono state le continue testimonianze fotografiche dei cittadini non solo di Ascoli ma anche dei Comuni limitrofi – esordisce Gregorio – Così è nato spontaneamente il comitato “Le Buone Acque del Pescara” (attivo dal 30 maggio con più di mille adesioni, ndr), ora stiamo valutando la possibilità di costituire un’associazione legalmente valida».
IL PROBLEMA – «Il problema dell’acqua ci sta particolarmente a cuore perché la qualità dell’acqua peggiora progressivamente e le interruzioni sono all’ordine del giorno – spiega Cappelli – ma le bollette non fanno altro che arrivare puntualissime anche con notevoli rincari».
LA RICHIESTA D’AIUTO – «Fa male vedere il totale disinteresse degli organi politici e delle istituzioni in generale – continua – Ci meraviglia il fatto che i sindaci dei Comuni interessati, Ascoli in testa, non facciano sentire la loro voce a difesa della salute dei propri cittadini. Così come ci meraviglia che nessun giudice o procuratore o la Asur, responsabile della salute pubblica, abbia mai fatto avviare qualche indagine su questi fatti».
L’ACCUSA – «La Ciip sostiene che sia stato il terremoto a creare questa spiacevole situazione, ma è strano che in 4 anni il fenomeno dell’acqua rossa sia conciso con l’attivazione dell’impianto di soccorso di Castel Trosino – taglia corto – Il problema, secondo noi, è l’inadeguatezza della rete».
Angelo Borrelli (Capo Dipartimento Protezione Civile) e Giacino Alati (Presidente Ciip)
L’INCONTRO – Il comitato è riuscito ad ottenere un incontro con il Presidente della Protezione Civile Angelo Borrelli, il quale «si è dimostrato molto disponibile e ci è apparso estraneo ai fatti, al contrario della Ciip che ha soltanto cercato di sminuire i fatti e minimizzare gli accaduti».
E ADESSO? – «Ora stiamo raccogliendo le firme per chiedere le dimissioni dei vertici della Ciip, mentre in settimana abbiamo una riunione dove discuteremo sul come agire. Non è esclusa anche la possibilità di arrivare ad una class action. Una società che ha 6 milioni di utile ma fornisce un’acqua inadeguata sotto tutti i punti di vista – conclude Gregorio – semplicemente non è una società virtuosa».
Per il momento, dunque, è scontro totale tra il comitato spontaneo “Le Buone Acque del Pescara” e la Ciip. Se la situazione dovesse evolversi, noi di Cronache Picene vi terremo ovviamente aggiornati sulla vicenda.
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