di Federico Ameli
Ultimi giorni di campagna elettorale in vista delle elezioni del 20 e 21 settembre, che delineeranno il nuovo assetto delle Marche per i prossimi cinque anni.
In alcuni comuni, però, c’è un motivo in più per recarsi alle urne. Uno di questi è Appignano del Tronto, dove l’avvocato Giuseppe Falciani (leggi qui la sua intervista) ha intenzione di sfidare il sindaco uscente Sara Moreschini nella corsa alla fascia tricolore. Il nuovo che avanza contro la forza della tradizione, un duello che si preannuncia molto aperto e che già da qualche settimana anima il dibattito politico tra le vie e le piazze dello storico borgo piceno.
A pochi giorni dalle urne abbiamo fatto il punto della situazione con Sara Moreschini, nel tentativo di conoscere più da vicino idee e progetti per il futuro della sua Appignano.
Sara Moreschini
Sindaco, che Comune restituisce ai cittadini in vista delle elezioni?
«Lascio un Comune con un bilancio sano e con tanti importanti finanziamenti ricevuti negli ultimi anni. L’aspetto che più di ogni altro ha caratterizzato il nostro operato è stato il lavoro, anche perché per un Comune come il nostro i fondi per gli investimenti sono minimi. Proprio per questo abbiamo portato avanti un’opera di progettazione volta all’ottenimento di fondi provenienti da enti come la Regione, i vari Ministeri e la Commissione europea.
Nel corso degli anni abbiamo beneficiato di finanziamenti per l’efficientamento energetico e per la ristrutturazione di impianti di luce pubblica; sono arrivati 150.000 euro per l’adeguamento del campo sportivo, 900.000 per il consolidamento del versante sud-ovest, oltre a diversi altri finanziamenti riguardanti la lotta al dissesto idrogeologico in un territorio vulnerabile come il nostro.
Nella fase critica dell’emergenza sismica abbiamo portato avanti una “folle” corsa ai sopralluoghi per garantire la sicurezza dei cittadini. La mia paura era quella di lasciare le famiglie in immobili lesionati e a rischio, per questo abbiamo iniziato a effettuare i sopralluoghi ancor prima che lo Stato inviasse le squadre degli ingegneri della Protezione Civile.
Abbiamo lavorato alla messa in sicurezza del centro storico, l’area più vulnerabile del nostro paese, con tante messe in sicurezza e alcune opere di demolizione volte a scongiurare ogni tipo di rischio anche per le abitazioni vicine e proprio adesso stiamo ripartendo dalla ricostruzione pubblica attraverso un finanziamento per l’adeguamento sismico del municipio del cimitero e il ripristino di due immobili di edilizia popolare. Parliamo di finanziamenti ancora in fase di progettazione, dopodiché partiremo con la gara di appalto e i lavori».
Qual è il fulcro del programma messo a punto per questa sua seconda candidatura?
«I progetti sono molti e diversificati. Il primo obiettivo è senza dubbio quello di portare avanti la ricostruzione, non solo pubblica ma anche privata. Per me il termine “ricostruzione” non riguarda solo gli immobili, ma anche il tessuto sociale di un luogo che deve ripartire e ricostruire sé stesso. Come già noto, Appignano è riuscito a far parte del progetto Ruritage, tra le cui aree sistemiche figura proprio la resilienza del territorio. Sono convinta che tutto questo ci aiuterà a ripartire dal nostro importante patrimonio naturale».
La nuova squadra della “Bilancia”
Nelle ultime settimane, Giuseppe Falciani ha insistito molto sulla viabilità e sul ruolo degli eventi nel rilancio di Appignano. Qual è la sua ricetta per scongiurare lo spopolamento del suo paese?
«Abbiamo avviato diversi progetti volti a contrastare il rischio che gli appignanesi migrino verso altri lidi. Tanto per cominciare, abbiamo promosso il bonus residenza attiva, una sorta di reddito di cui possono beneficiare per tre anni le famiglie esterne al paese e i residenti che vogliono dar vita a un nuovo nucleo familiare. Sempre a proposito di famiglie, il bonus bebè rappresenta un’importante opportunità per i neonati e soprattutto i loro genitori.
Inoltre, abbiamo anche iniziato a lavorare sul recupero degli immobili: sia in centro che nelle aree periferiche sono presenti alcune strutture da tempo inagibili che non possono certo essere abbandonate a sé stesse e lasciate a marcire, anche perché ultimamente si sta sviluppando una certa tendenza alla ricerca della qualità della vita e al ritorno nei luoghi in cui si vive bene.
Proprio per questo motivo abbiamo promosso il progetto “Case a un euro”, attraverso il quale cercheremo di stilare una lista di immobili messi a disposizione a cifre simboliche allo scopo di individuare dei potenziali acquirenti che nel giro di tre anni portino avanti dei lavori di ristrutturazione.
Un altro progetto è quello che riguarda le case vacanze diffuse, mentre, sempre allo scopo di disincentivare l’abbandono del paese da parte dei residenti, abbiamo pensato a degli hub a carattere lavorativo, ossia dei luoghi condivisi all’interno dei quali i professionisti abbiano la possibilità di lavorare con una strumentazione adeguata senza doversi necessariamente trasferire altrove. A questo proposito, stiamo lavorando per portare finalmente la banda ultralarga ad Appignano, con i collaudi che avranno luogo nel mese di ottobre».
Uno degli annosi problemi di Appignano è quello che riguarda la discarica di Relluce. Alla luce dell’importanza del tema in questione per la sua comunità, quali sono le prospettive future e come intende affrontarle?
«Noi e i nostri predecessori abbiamo fatto tantissimo a riguardo. Ci siamo opposti alla sesta vasca attraverso osservazioni scritte e manifestazioni, poi con lo stesso procedimento siamo riusciti a bloccare la realizzazione della cosiddetta vasca d’ampliamento, chiedendo un parere qualificato ai tecnici dell’Università di Camerino. Attualmente stiamo lavorando al piano d’ambito dei rifiuti, una sorta di piano regolatore che permetterà di individuare le opzioni migliori per il nostro territorio.
Quel che è certo è che bisogna continuare a ricercare delle tecnologie alternative e spingere al massimo il discorso della raccolta differenziata. Continueremo senza dubbio a lottare per il bene dei cittadini, anche alla luce del progetto della vasca 0 nella valle del Bretta. Non è possibile che i rifiuti debbano finire sempre in quel fazzoletto di terra tra Appignano, Castignano e Castel di Lama, è ora di iniziare a cercare spazio altrove».
Potendo tornare indietro, c’è qualche aspetto che forse avrebbe meritato una gestione diversa da parte sua?
«Non ho particolari rimpianti, quel che conta è aver preso sempre una decisione, soprattutto nelle emergenze. Posso dire che noi – e mi riferisco a me, alla mia squadre e anche ai dipendenti comunali – abbiamo sempre lavorato per il bene della comunità. Certo, talvolta quando si lavora capita anche di sbagliare, fa parte della natura umana».
Giuseppe Falciani
Cinque anni fa il clima elettorale era profondamente diverso da quello delle ultime settimane. All’epoca, la sua era l’unica lista in corsa e di certo non si respirava quel “vento di cambiamento” a cui spesso fa riferimento Falciani. Teme che il fattore “destra”, che i sondaggi proiettano in testa per le prossime Regionali, possa in qualche modo influenzare le urne di Appignano?
«Io penso ad Appignano, ho sempre vissuto e lavorato qui. Amo il mio territorio, ho scelto di viverci con la mia famiglia e ho lavorato a un programma che guarda al futuro col cuore in mano. L’obiettivo resta sempre e solo la crescita di Appignano e degli appignanesi.
La cosa più importante è che la “Bilancia” vinca, come d’altra parte fa da trent’anni. Abbiamo lavorato bene, seguendo i principi ereditati da chi ci ha preceduto e che vogliamo trasmettere alle nuove generazioni con il supporto di una squadra preparata e rinnovata.
Non temo il confronto, che comunque, quando costruttivo, si rivela sempre positivo per tutta la comunità. Ringrazio chi ha creato e lavorato alla “Bilancia” in tutti questi anni, insegnandomi l’importanza della trasparenza, dell’onestà e soprattutto della verità. In un Comune come il nostro non tutti gli obiettivi possono essere raggiunti, ma quello che conta è non cadere mai nella tentazione di fare false promesse.
La nostra è una proposta utile e realizzabile, portata avanti grazie a dei programmi coerenti e raggiungibili, scritti e pensati per rispondere alle necessità di ogni zona e fascia d’età del paese».
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