«Alla luce dei risultati registrati a 48 ore dalla chiusura delle urne, relativamente alle Regionali 2020,
ci sentiamo di affermare che il dato rilevato da Italia Viva è assolutamente sopra le aspettative. Nelle sei regioni andate al voto, Italia Viva ha ottenuto il triplo della cifra che ci veniva accreditata dai sondaggi registrando una media del 5,1%, con punte superiori al 7% in Campania».
Lo dicono i coordinatori provinciali del partito, Maria Stella Origlia e Gianluca Pompei. Che aggiungono:
«Un dato tanto più importante se non dimentichiamo che il partito è nato solo dieci mesi fa e che si presentava
per la prima volta agli elettori con un simbolo nuovo, ed ancora in fase di strutturazione ed radicamento in
molti territori. Anche nelle Marche la media regionale è soddisfacente, superando il 3% Italia Viva si accredita come seconda forza del centrosinistra regionale, così come nella provincia di Ascoli, dove la media si è attestata intorno al 3,2%, considerato che la città capoluogo vedeva candidati amministratori della Regione e del Comune, ex sindaci e politici navigati, che hanno inciso con circa 20.000 voti a loro favore ed una vulgata favorevole alle forze di destra che, alla fine, ha contribuito a determinare, insieme agli innegabili errori commessi nel nostro campo negli ultimi anni, all’affermazione del candidato presidente Acquaroli».
«Non potendo trarre vantaggio dal voto di opinione – spiegano – indubbiamente più favorevole ai partiti tradizionali, Italia Viva picena ha fatto leva sul lavoro sul territorio che ha prodotto i risultati sufficienti a poter
esprimere un consigliere eletto, anche se ancora non confermato da meccanismi e tecnicismi legati alla
legge elettorale 27 del 2004, all’articolo 19 comma 6 lettera b) e successivi. Al riguardo, nel rispetto delle norme e degli organismi preposti alla corretta interpretazione, riteniamo che la legge elettorale approvata nel 2004 abbia dimostrato in questa specifica interpretazione tutti i propri limiti finendo col sacrificare sull’altare della burocrazia la volontà popolare».
«Cosa inequivocabile se si pensa che vorrebbe l’attribuzione del seggio ad altro candidato, con un risultato di lista inferiore. Confidiamo – concludono Origlia e Pompei – in una soluzione positiva della questione poichè in caso contrario non risulterebbero beffati soltanto i 2.700 elettori della provincia di Ascoli che hanno creduto in nel nostro lavoro, ma gli oltre 20.000 elettori marchigiani che hanno votato per il nostro progetto riformista e per la proposta politica avanzata dai candidati che si sono messi a servizio dei cittadini su tutto il territorio regionale».
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